La dieta? La scegli su internet
10 Maggio 2007
Adesso la dieta la puoi comporre a tuo piacimento anche su internet. Il dottor Carlo Bertoli, specialista in scienza dell’alimentazione, sta creando il suo impero. Da semplici pazienti da
ambulatorio, grazie ad una felice intuizione, si può scegliere cosa mangiare con un semplice clic ogni qual volta si ha voglia di qualcosa di diverso rispetto a quanto il medico ti ha
prescritto.
«Dimagrire e mantenere il peso mangiando quello che ci piace». Sembra la strada per un paradiso terreno al quale tutti vorrebbero avere accesso. E invece chi vuole provare a
percorrerla può farlo, mettendo alla prova il dottor Carlo Bertoli. Modenese, 48 anni, laureato in Medicina e Chirurgia, è specialista in Scienza dell’Alimentazione e in
Endocrinologia a indirizzo diabetologico. E’ lui che ha inventato il primo esempio di sistema dietetico interattivo. Basta avere un computer, un collegamento internet e cliccare sul sito
http://www.cleverdiet.it. Lì si trova un database infinito dove ogni prodotto viene recensito nei minimi dettagli, compreso il peso delle singole confezioni che si trovano sul mercato.
Lì, sulla base della dieta che viene studiata, si può interagire giorno per giorno. Basta rispettare le calorie: se quel giorno si ha voglia di gelato, si ridurrà un altro
alimento, e così secondo quanto vi suggerisce il palato. «Chi fa il mio mestiere – attacca il dottor Bertoli – non può pensare di cambiare lo stile di vita. In tempi di
legge sulla privacy, questa sì – scherza – sarebbe una vera invasione. Spiegatemi voi come posso imporre ad un camionista di mangiare determinati alimenti e soprattutto in una certa
quantità se si trova lungo le strade d’Europa? Io devo adattarmi a lui, e non lui alle mie pretese».
Una partenza che farebbe sognare chiunque: «Io devo far dimagrire il camionista tenendo presente che nella sua alimentazione giornaliera c’è un camogli all’autogrill.
Qui sta il difficile per me – prosegue Bertoli – ma è più facile per chi vuole iniziare questa avventura». Un’avventura senza scuse, perché una volta deciso di
partire si è soli con le proprie abitudini alimentari, che non sono state stravolte. Carlo Bertoli ha avuto il merito di aver scommesso su questa impostazione del lavoro quando andavano
di moda la «zona» e la «dissociata» e soprattutto quando nessuno credeva che internet potesse condizionare l’abitudine delle persone. Così ha costruito il
suo sito e in pochi anni è arrivato a migliaia di contatti e a seguire contemporaneamente qualcosa come cinquecento clienti. Ora ha uno studio a Modena, uno a Mantova, uno a Milano e un
altro di prossima apertura a Roma. Tra i suoi clienti anche volti noti del mondo dello spettacolo, che lui stesso ha frequentato per alcuni anni, fino alla fine del 2005, quando, dopo
numerosissime apparizioni in Rai dove ha sempre detto quello che pensava, qualche parola sincera da qualcuno è stata considerata «di troppo».
«Io ho le mie convinzioni. Non posso non dire che la frutta fa dimagrire: la frutta fa bene, perché è nutriente e apprta vitamine. Quando però sentiamo dire che non
è calorica o, peggio, che fa dimagrire, sembra di sentire unghie che grattano sul muro. Oppure che per dimagrire sono meglio i prodotti light. Questa è una bufala meravigliosa.
Light significa leggero, ma non esistono leggi che impongono una quantità di calorie giusta per ogni prodotto, al di sotto delle quale il prodotto è leggero. Tra il prodotto light
e il suo omologo “normale”, in calorie magari c’è solo una differenza che può essere colmata mangiando pochi grammi di pane in meno».
Nel suo libro “La dieta possibile” (scritto con Eleonora Bujatti per Cairo Editore, 269 pagine, 16 euro), Bertoli affronta tutti questi temi, demolisce alcune convinzioni «del
paese delle meraviglie delle diete» e propone alcune soluzioni, che sono anche i suoi fondamenti: «Ci vuole equilibrio, come in tutte le cose. E assumere alimenti in modo
equilibrato è alla base di tutto. Ciò che fa male, oggi, sono la disinformazione e i luoghi comuni, che dobbiamo sfatare. Non ci sono alimenti che fanno male, altrimenti non
sarebbero classificati come tali ma si chiamerebbero alimenti tossici, o veleni. La dieta possibile – conclude Bertoli – perché riesca e possa essere affrontata in tranquillità
non deve basarsi sul sacrificio del gusto, ma piuttosto sull’equilibrio tra praticità, piacere della buona tavola e fabbisogno calorico». (09 maggio 2007)
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