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In ricordo dell’idrolitina: Acque minerali addio?

In ricordo dell’idrolitina: Acque minerali addio?

By Redazione

I giovani non la conoscono, solo chi ha capelli bianchi, forse, la rimpiange. Per molti, io compreso, è un ricordo, bellissimo, dell’infanzia. In auge dal 1930 al 1965 del secolo scorso
la mitica IDROLITINA del Cav Gazzoni di Bologna aveva lo scopo di rendere l’acqua del rubinetto di casa simile a quella delle acque minerali frizzanti: era venduta in confezioni da venti
bustine di polverina solubile e ogni bustina (bicarbonato di sodio, acido malico, acido tartarico) versata in una bottiglia da un litro a tappo ermetico, rendeva l’acqua del rubinetto
frizzante.

Poi la strapotenza della pubblicità ed il boom economico hanno portato in auge le acque minerali frizzanti e messo nell’angolo questo modesto prodotto dell’Italia povera ma dignitosa.

Per inciso l’acqua minerale per il sottoscritto è una emerita truffa, perpetrata per anni e che ha portato a credere che l’acqua minerale in bottiglia fosse migliore di quella del
rubinetto.

Ma la mia voce di giornalista, tempo fa flebile, non arrivava mai ai grandi giornali che godevano di pagine e pagine di lauta pubblicità dalle grandi società di imbottigliamento
di acque minerali.

Adesso che abbiamo il “sedere a terra”, ecco il ritorno all’acqua del rubinetto, le massaie non trascinano più pesanti confezioni e un ristorante di Milano in lista ha acqua
garantita da “pubblico acquedotto”, liscia o leggermente gasata”, a costo zero.

Meno inquinamento e più sobrietà, piccolo segnale positivo che arriva da questa grave crisi.

Attilio Scotti
per Newsfood.com

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