Il Sindacato Nazionale Agenti si oppone al tentativo delle compagnie di abbandonare le aree meridionali considerate a rischio

3 Agosto 2009
Il dibattito svolto in questi giorni dal mondo politico sulla questione meridionale, testimonia con evidenza come l’Italia sia ancora un Paese che procede troppo lentamente verso la parità
di trattamento nella erogazione dei servizi di pubblica utilità.
A questa asimmetria sociale, da sempre penalizzante per i cittadini che vivono e lavorano nelle aree meridionali, non sfugge il servizio assicurativo, affrontato dalle compagnie in chiave di
emergenza permanente. Un comportamento industriale che oscilla tra l’applicazione di tariffe talmente elevate da pregiudicare lo stesso rispetto dell’obbligo a contrarre e il lento, ma
progressivo, abbandono dei territori considerati a rischio, ora accorpando agenzie, ora chiudendo sportelli agenziali appesantiti da un rapporto premi – sinistri superiore alle medie
aziendali.
Il Sindacato Nazionale Agenti non intende assistere passivamente al tentativo di criminalizzare tutti i consumatori meridionali, la grande maggioranza dei quali adotta in assicurazione,
così come nella vita quotidiana, comportamenti rispettosi delle regole che costituiscono le radici della civile convivenza, afferma Enzo Gatto componente dell’Esecutivo Nazionale Sna e
responsabile della Commissione Area Mezzogiorno riunitasi il giorno 21 scorso a Caserta, Città emblematica di una Regione simbolo del comportamento fuggitivo delle Compagnie di
Assicurazione. Posti all’ordine del giorno della sessione il posizionamento delle Imprese e le loro scelte operative nel Mezzogiorno d’Italia, la Commissione ha ritenuto di concentrarsi sulla
sensibilizzazione delle istituzioni, quali Prefetti, Questori, Governatori Regionali, amministratori locali, associazioni di consumatori verso le problematiche che opprimono il mercato
assicurativo nel Sud.
Il comportamento delle Compagnie, aggiunge Gatto – rischia infatti di provocare un aumento della sinistrosità falsa, dovuta all’aumento del parco circolante scoperto di assicurazione e
alla diffusione di contrassegni falsi, con la conseguenza che Regioni come Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia, potrebbero essere presto considerate zone “off limits” dai cittadini
delle altre regioni, i quali finirebbero per giudicare più prudente evitare di recarvisi a bordo di un’autovettura o di un automezzo, nel timore di subire danni non risarcibili.
Non si trascuri il fatto è questo il punto di vista emerso durante i lavori della Commissione – che la fuga delle Compagnie dal Meridione provocherà la perdita di numerosi posti di
lavoro con ripercussioni pesanti sui bilanci delle famiglie, già duramente provati dalla perdurante crisi economica. Da qui la necessità di monitorare costantemente il numero delle
Agenzie dei diversi brand presenti sul territorio meridionale, i livelli occupazionali in
termini di lavoratori dipendenti e di collaboratori autonomi, l’entità dei portafogli gestiti, la localizzazione e la quantità degli uffici liquidativi.
Anche a questo scopo è stato istituito il gruppo di lavoro pilota denominato “agenzia campana” che sarà presto replicato nelle altre Regioni del Mezzogiorno, affinchè
agenzie, per così dire gemelle, possano adottare analoghe metodologie di lavoro allo scopo di individuare le problematiche territoriali comuni e di ricercare soluzioni efficaci, nel breve
– medio termine, per la soluzione delle esigenze più urgenti e significative.
La commissione si prefigge inoltre di individuare le modalità operative che consentano agli agenti e/o alle agenzie di sviluppare modelli organizzati e gestionali in grado si offrire alla
clientela le migliori condizioni contrattuali e tariffarie. Una cura particolare sarà infine riservata alla ricerca di compagnie italiane o estere disposte a rilasciare mandati che
garantiscano un corretto presidio del territorio e uno sviluppo sano ed equilibrato del mercato assicurativo nelle aree meridionali, più delle altre lontane dagli standard occidentali di
spesa in assicurazione.
Tutto ciò nell’ottica di migliorare il servizio prestato alle famiglie, alle professioni, alle imprese e di aumentare la
concorrenza in un mercato asfittico, come quello italiano, nel quale i dieci maggiori gruppi assicurativi controllano l’87% della raccolta.
Ma anche il mondo politico deve fare la sua parte – conclude Gatto – e l’Esecutivo Nazionale farà pressione sul Governo affinchè adotti provvedimenti virtuosi come la de-tassazione
dei premi assicurativi pagati dai consumatori meridionali e degli utili conseguiti dalle compagnie che intendono sviluppare nel Sud d’Italia. Questo provvedimento innovativo ad elevato impatto
sociale, potrebbe rivelarsi capace di conseguire il superamento, duraturo nel tempo, delle tante problematiche evidenziate.