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Il potere conserva chi ce l’ha

Il potere conserva chi ce l’ha

By Redazione

Suharto, il presidente di ferro dell’ Indonesia, morto ad 84 anni.

Mao Tse-Tung, scomparso ad 86 anni.

Il colonnello Pinochet, vissuto 91 anni.

Il Caudillo di Spagna, Francisco Franco, arrivato a festeggiare 83 candeline.

Stessa età di Fidel Castro che, nonostante non sia più in grado di governare, gode di relativa buona salute (almeno secondo la stampa ufficiale).

Gli esempi possono essere molti, ma la regola è una sola: se non muoiono di morte violenta, i politici di ferro sembrano aver trovato il segreto della longevità.

Essi riescono infatti ad arrivare avanti con gli anni ed a mantenere il cervello in salute.

A trovare credibile tale tesi è il dottor Stefano Pallantini, neuropsichiatra dell’ Università di Firenze, che osserva come “Pare che la cattiveria metta al riparo da numerose
malattie.

Soprattutto in personalità, come quelle dei tiranni o più in generale dei leader autoritari, che sfiorano o tendono alla paranoia, intesa come percezione di grandiosità e
senso di persecuzione: la necessità di guardarsi sempre alle spalle rende più attivo il cervello, con ripercussioni positive sul sistema immunitario.”

In altre parole, dover essere sempre vigili per difendere la propria vita e la propria autorità rende altrettanto vigile e protetto il proprio corpo, aiutando nella lotta a numerose
malattie. I

dittatori ed i tiranni, ad esempio, sono meno inclini ad ammalarsi di cancro ed “Maggiormente a riparo da malattie che colpiscono le difese dell’organismo”.

Il cervello di tali personaggi, inoltre, è meno incline a sviluppare disturbi come stress o senso di colpa, riuscendo a funzionare a lungo e con altri standard di qualità.

Tale legame è talmente forte che “Le persone con un carattere psicopatico, dunque manipolatrici, prepotenti, tendenti a sedurre ma in modo subdolo, tendono ad ammalarsi proprio quando
riusciamo a guarirle e finalmente cambiarle.

E’ come se le loro difese ne risentissero, rendendole più fragili fisicamente” spiega Antonio Lo Iacono, presidente della Società italiana di psicologia (Sips).

Le persone più sensibili invece “Tendono ad ammalarsi di più, mostrandosi maggiormente cagionevoli” afferma Alberto Albanese, docente di psichiatria all’università
Cattolica di Milano.

Unica controindicazione, maggiori rischi sul fronte delle malattie neurodegenerative.

Per gli esperti, questo è collegata all’ elevata secrezione di dopamina associata alla determinazione con cui i potenti “estremi” perseguono i loro obiettivi: ad esempio “E’ noto che
Hitler soffrisse del morbo di Parkinson” specifica il dottor Pallanti.

Matteo Clerici

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