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Il Governo scivola sull'articolo 93

By Redazione

Sono proseguite anche questa mattina in Senato le votazioni sulla Finanziaria e l’aula ha detto sì alla proposta del miniano D’Amico sulla stabilizzazione dei precari nella pubblica
amministrazione: con 157 voti favorevoli, 145 contrari e 2 astenuti, dunque, è passata la norma che prevede che l’accesso sia riservato a coloro che abbiano superato il concorso e che
esclude “il personale di diretta collaborazione degli organi politici”, ovvero i portaborse.

Nonostante l’accordo di maggioranza sui precari ed il sì all’emendamento, però, Lamberto Dini non ha sciolto la riserva sul voto finale, ma ha sottolineato che è necessario
rivedere l’attuale quadro politico: “È sotto gli occhi di tutti — ha dichiarato Dini ai microfoni di Gr3 Parlamento — che il governo ha perso consensi, con questa finanziaria non li
può recuperare, e quindi c’è un quadro politico che non può non essere messo in discussione”.
Questa frase, dunque, sembrerebbe dare ragione a chi, nella maggioranza, sostiene che il leader dei Ld punti a far approvare la manovra e a dissociarsi in seguito dall’azione della maggioranza.

Intanto, però, proprio perchè Dini (insieme a Scalera, Pallaro, Pollastri, Mazzarello e Colombo) non ha partecipato alla votazione, il governo è andato sotto su un
emendamento presentato da Fi che riguarda l’articolo 93 e che assicura, tra l’altro, la permanenza della direzione territoriale dell’Economia e delle finanze e della Ragioneria generale dello
Stato (già eliminate da un atto ministeriale) nelle province con più di 250.000 abitanti.
La maggioranza, comunque, considera l’accaduto una sorta di “incidente di percorso”, dovuto secondo alcuni ad “un errore di stanchezza” (Palermi) e secondo altri a “confusione” (Dini), ma
generalmente “senza nessun significato politico”: “Il clima è buono”, ha assicurato Santagata, ma il problema della maggioranza in Senato restano i numeri.

Devono ancora passare all’esame dell’Aula, infatti, i 9 articoli accantonati e gli emendamenti, per un totale di 74 votazioni cui parteciperanno i senatori a vita Rita Levi Montalcini, Emilio
Colombo e Oscar Luigi Scalfari e, forse, Carlo Azeglio Ciampi.
Francesco Cossiga, invece, ha ribadito il suo no alla manovra, spiegando che la decisione non dipende dal contenuto della Finanziaria, ma dal fatto che il Governo “intende istituire una
commissione d’inchiesta su i fatti del G8 di Genova, che sarebbe in realtà una commissione d’inchiesta contro la polizia di Stato e contro l’Arma dei carabinieri”.

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