I Prodotti alimentari DOP “Made in Italy” superano quelli francesi

18 Marzo 2010
Con 201 specialità alimentare tutelate negli ultimi dieci anni sono raddoppiati i prodotti a denominazione di origine (DOP/IGP) italiani riconosciuti in Europa dove il Made in Italy di
qualità ha conquistato il primato superando la concorrenza francese. E quanto emerge da una analisi della Coldiretti dopo il riconoscimento dei “Ricciarelli di Siena” IGP e della “Patata
di Bologna” DOP.
I riconoscimenti nazionali – sottolinea la Coldiretti – sono aumentati dai 101 del 2000 ai 201 attuali, di gran lunga superiori a quelli della Francia (170 prodotti) che guidava invece la
classifica all’inizio del millennio. Se i Ricciarelli di Siena sono i dolci tipici delle ricorrenze natalizie, il riconoscimento della Patata di Bologna Dop è un preciso segnale verso la
valorizzazione del legame con il territorio delle produzioni che dimostra come l’Italia non abbia bisogno della patata ogm Amflora recentemente autorizzata dalla Commissione Europea.
Il “tesoro” Made in Italy si fonda su 126 Dop e 75 Igp tra i quali – precisa la Coldiretti – 74 prodotti ortofrutticoli, 39 oli extravergini di oliva, 37 formaggi, 32 prodotti a base di carne,
6 prodotti da panetteria, 4 spezie o essenze, 3 aceti, 3 prodotti di carne e frattaglie fresche, 2 pesci, molluschi o crostacei freschi e prodotti derivati e 1 miele). Complessivamente –
continua la Coldiretti – il fatturato dei prodotti a denominazione di origine Made in Italy ha sfiorato nel 2009 i dieci miliardi di euro realizzati per quasi il 20 per cento sui mercati esteri
dove crescono parallelamente anche le imitazioni ed i tarocchi.
I prodotti piu’ consumati sono i formaggi (con il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano in testa) ed i salumi (tra i quali guidano la classifica il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele),
ma sono cresciute anche le altre categorie di prodotto come gli ortofrutticoli (dalla Mela della Val di Non a quella dell’Alto Adige, dalle Arance Rossa di Sicilia alla Pesca e Nettarina della
Romagna) e gli extravergini.
A frenare la diffusione del Made in Italy a denominazione è la proliferazione dei prodotti alimentari taroccati all’estero che – precisa la Coldiretti – sono causa di danni economici, ma
anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità
nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.
E’ il caso – spiega la Coldiretti – dei formaggi tipici dove il Parmesan è la punta dell’iceberg diffuso in tutto il mondo, dagli Usa all’Australia, ma ci sono anche il Romano, l’Asiago
e il Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciati” come
italiane. E in alcuni casi sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada.
I Paesi dove sono piu’ diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti dove – denuncia la Coldiretti – appena il 2 per cento dei consumi di formaggio di tipo italiano sono
soddisfatti con le importazioni di formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in Wisconsin, New
York o California. Ma a preoccupare sono anche – conclude la Coldiretti – le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e
rischia di comprometterne la crescita.
coldiretti.it
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