Gli italiani bevono meno, ma scelgono i vini di qualità

3 Aprile 2009
Nel 2008 gli italiani hanno acquistato meno vino sugli scaffali dei supermercati, ma le vendite di bottiglie a denominazione d’origine di fascia alta sono aumentate, a conferma di una scelta di
qualità. La ricerca elaborata da IRI Infoscan per conto di Veronafiere (vedi allegato) e presentata oggi a Vinitaly nel corso della tavola rotonda «Il mercato del vino di
qualità nella grande distribuzione tra crisi economica e nuove opportunità», sottolinea che, per la prima volta dal 2005, le vendite di vino confezionato fanno registrare un
calo (-2,4% a volume rispetto al 2007).
Ma a scendere è soprattutto il vino «da tavola» (-3,6%), mentre le bottiglie a denominazione d’origine sono in crescita zero (0,0%, un dato comunque negativo), mentre le
bottiglie a denominazione d’origine di fascia alta (da 5 euro in su) aumentano in modo significativo le vendite ( 19,2% a volume). E se la fascia alta aumenta le vendite, la fascia bassa dei vini
a denominazione d’origine sotto i 3 euro scende del 3,2% (mentre negli anni scorsi aumentava). La crisi, dunque, si fa sentire anche nelle vendite di vino della Grande Distribuzione (il canale
distributivo più importante del vino), ma i consumatori, pur bevendo meno, si orientano sui vini di qualità e chiedono maggiori informazioni sulle caratteristiche delle bottiglie,
fino a richiedere il «sommelier tra gli scaffali», come è emerso dalla tavola rotonda (una tendenza registrata anche da https://www.winenews.it).
E la voglia degli italiani di sperimentare anche nelle strategie di acquisto viene indicata con chiarezza da un altro dato presentato da IRI Infoscan. Gran parte dei vini «emergenti»,
cioè quelli che nel 2008 hanno avuto un tasso di crescita maggiore, realizzano più dell’80% del loro fatturato al di fuori della propria Regione d’origine: è il caso di
Negroamaro (Puglia), Traminer (Trentino), Syrah di Sicilia (Sicilia), Falanghina (Campania), Vermentino (Sardegna), Primitivo (Puglia) e Fiano di Avellino (Campania),vedi Tabella 12. Alla tavola
rotonda, moderata da Luigi Rubinelli (Direttore di Mark Up – Il Sole 24 Ore Business Media), hanno preso parte: Virgilio Romano, Client Solutions Account Manager di IRI Infoscan; Andrea Colombo,
rappresentante di Federdistribuzione (anche Direttore Acquisti Gruppo Rewe Italia); Lamberto Vallarino Gancia, Presidente di Federvini; Marilena Colussi, sociologa dei consumi, Responsabile Food
& Retail di «GPF»; Ermanno Gargiulo, Responsabile Acquisti Vino di Coop Italia; Giovanni Panzeri, Direttore Marketing Marca Privata di Conad.
GLI INTERVENTI DEI RELATORI
«La ricerca sul mercato del vino nella grande distribuzione, elaborata da IRI Infoscan per Veronafiere, presenta un quadro molto preciso sulle nuove abitudini d’acquisto dei consumatori –
ha detto Flavio Piva, condirettore di Veronafiere, aprendo la tavola rotonda – l’incontro odierno può rappresentare l’occasione per un’intesa tra cantine e catene distributive che dia
risposta alle problematiche e alle indicazioni emergenti dalla ricerca stessa».
La ricerca dell’IRI Infoscan è stata illustrata in dettaglio da Virgilio Romano, Client Solutions Account Manager di IRI Infoscan, che ha così sintetizzato l’andamento del mercato
del vino 2008 nella Grande Distribuzione: «Se il 2007 mostrava un dato polarizzante, in crescita i vini di fascia bassa e quelli di fascia alta, il 2008 si è caratterizzato per una
tenuta dei vini di fascia media (sopra i 3 euro, fino a 5), una importante crescita per i vini sopra i 5 euro, ed un calo per quelli sotto i tre euro. Questi dati si spiegano in parte con lo
spostamento in avanti di tutti i prezzi medi per fascia, a causa della tensione inflazionistica che ha interessato la categoria vino nel 2008 (come conseguenza della vendemmia 2007); in parte con
la tendenza degli italiani, ormai consolidata, al consumo di vini di qualità».
Dal rappresentante di Federdistribuzione (l’Associazione che rappresenta la maggioranza delle aziende della Gdo), Andrea Colombo, è partito un appello alla collaborazione tra distributori
e produttori: «Anche in questo momento di difficoltà economica, la Grande Distribuzione Organizzata continua a dedicare risorse al mercato del vino, qualificando sempre di più
il comparto. Per ottenere risultati sempre migliori è però importante che a questa operazione partecipino anche i produttori, investendo anch’essi nella Gdo e contribuendo a
migliorare la comunicazione e il servizio offerto ai clienti, assicurando ad esempio la presenza di sommelier in alcuni punti di vendita».
«I dati IRI Infoscan ci dicono infatti – ha sottolineato Colombo – che il consumatore mostra di apprezzare quanto si sta facendo, rispondendo con scelte di qualità: in un mercato
fermo per effetto della crisi, nella Gdo il segmento più dinamico e con crescite molto rilevanti è proprio quello della bottiglia da 0,75 cl a denominazione d’origine con prezzo di
vendita superiore ai 5 euro. Un segmento nel quale la stessa Gdo ha investito, impegnandosi nella valorizzazione del prodotto, dedicando spazi e ampliando le gamme. Analizzando la tabella della
ricerca IRI sui vini con maggior tasso di crescita, si nota inoltre come molti di questi vini realizzino buona parte del loro fatturato al di fuori delle Regioni d’origine, una conferma del ruolo
della Gdo nel diffondere i vini tipici nell’intero mercato nazionale e, talvolta, anche nei Paesi stranieri».
Sulle difficoltà del mercato e sulle opportunità che le catene distributive e le cantine possono cogliere lavorando assieme è intervenuto Lamberto Vallarino Gancia,
Presidente di Federvini, la Federazione dei produttori di vini: «Il nostro mercato è attraversato da un cambio di regole in ambito comunitario e nazionale che potremmo definire
epocale: non solo perché la riforma delle regole comunitarie nasce dal confronto con altre enologie mondiali, finora poco «prese in considerazione» da noi della vecchia Europa,
ma anche perché è andata a toccare i punti sensibili, tra gli altri, pratiche enologiche e presentazione dei prodotti».
«A questo aggiungiamo – ha osservato Gancia – un consumatore più maturo, più informato, più determinato nelle scelte perché ha meno tempo da dedicare alla spesa
(o comunque spera sia così). Questi due elementi sono consolidati: ed ora si aggiungono le ulteriori influenze scaturite dallo scenario economico generale. Il vino che aveva da non molto
iniziato a figurare diversamente sugli scaffali della Grande distribuzione può cogliere questo momento particolare per migliorare questo percorso; tanto più che lo stesso sta
facendo il consumatore!».
E proprio sui comportamenti degli italiani negli acquisti di vino tra gli scaffali dei supermercati è intervenuta la sociologa dei consumi Marilena Colussi, Responsabile Food & Retail
dell’Istituto di ricerca «GPF»: «Risparmiare è prima di tutto saper scegliere, acquistare e bere meglio, e in tal senso è comprensibile la motivazione dell’ultimo
dato rilevato da IRI che attesta la crescita dei vini a denominazione sopra i 5 euro nella Gdo. Le ricerche di «GPF» riferiscono di un consumatore che dà un giudizio positivo
del reparto vino dei supermercati, apprezzandone l’assortimento, la scala prezzi estesa e conveniente, la possibilità di trovare offerte speciali e promozioni e anche vini prodotti in
esclusiva per l’insegna. Ma che denuncia anche carenze nel servizio informativo ed emergono vissuti di freddezza, dispersione, confusione e solitudine di fronte allo scaffale».
«La Gdo – ha aggiunto Colussi – dovrebbe puntare a diventare sempre più luogo di incontro e dialogo tra produttori, distributori e consumatori. Registriamo una forte domanda per
l’introduzione della figura dell’addetto del reparto vini, il Sommelier tra gli scaffali della Gdo, con possibilità di corsi e degustazioni, e di promozione dei territori».
Ad arricchire il dibattito della tavola rotonda sono arrivate le testimonianze di due grandi catene distributive: Coop e Conad. Ermanno Gargiulo, Responsabile Acquisti Vino di Coop Italia,
è intervenuto per riferire l’andamento del mercato del vino nel 2008 in Coop e per delineare una strategia per il futuro: «I dati relativi alle vendite di vino in Coop confermano una
fisiologica perdita dei volumi sul vino da tavola ed un sostanziale mantenimento sui vini tipici ( 1%), che comunque riteniamo interessante, visti gli andamenti a crescita zero del mercato
totale. Registriamo una crescita a valore dei vini tipici (Doc, Docg e Igt) pressoché allineata ai dati della ricerca IRI (anche se i nostri parametri si estendono al marzo 2009), in
quanto stimata ad un 4,1%. Riscontriamo invece una differenza sul versante dei volumi in quanto il nostro dato è 1%, mentre il dato nazionale dell’ IRI è -3,6%».
«E’ molto difficile prevedere cosa avverrà – ha precisato Gargiulo – e quale sarà realmente il contesto economico di quest’anno. Coop manterrà particolare attenzione
alla valorizzazione dei territori di vocazione vitivinicola, ma anche e soprattutto ai fenomeni di tendenza dei consumi, presidiando tutte le fasce d’acquisto dei prodotti con le migliori
performance di rotazioni per facilitare quei consumi che altrimenti stenterebbero ad essere confermati come gli anni precedenti, vista la prospettiva socio economica non favorevole. Sul piano
della promozione e del servizio, Coop già utilizza il sommelier nei periodi di attività dedicati alla valorizzazione di vini e territori ed organizza visite guidate alle cantine
delle nostre sezioni soci».
Tra gli obiettivi di Conad per il 2009, figura anche l’espansione delle vendite nel mercato europeo, grazie alla partecipazione in «Coopernic», la centrale d’acquisto cooperativa di
cui fanno parte cinque catene distributive europee, come ha riferito Giovanni Panzeri, Direttore Marketing Marca Privata di Conad: «Gli obiettivi di Conad per il 2009 sono: valorizzazione e
presidio del mercato, grazie anche allo sviluppo di un’offerta rappresentativa delle principali etichette nazionali e dei produttori locali, un ruolo questo legato alle politiche sviluppate dalle
singole Cooperative; lavorare su una selezione di marchi esclusivi da lanciare a livello nazionale; sviluppo a livello internazionale dell’attività di export con «Coopernic» (i
vini italiani commercializzati sono, soprattutto, Lambrusco e Chianti)».
E il successo dei vini a marca privata ha contribuito alle vendite nel settore: «Conad ha registrato una crescita delle vendite di vino nel corso del 2008 ( 3,0%) – ha detto Panzeri – con
un andamento che nelle segmentazioni dell’assortimento ha registrato un ottimo incremento nei segmenti di qualità medio-alta in cui si sono registrate crescite di consumo sia per i vini
Doc e Docg ( 3,5%) che per gli IGT ( 2,0%). Aumenta anche il segmento del Vino Comune ( 4%), trainato dalla crescita della Marca Commerciale, che registra un ottimo 13%».