Finanziaria: spunta lo spettro della fiducia
5 Novembre 2007
Dopo le rassicurazioni delle scorse settimane in cui ribadiva che non intendeva richiedere la fiducia, il Priemier ha cominciato a rivedere le sue posizioni, spiegando che potrebbe diventare
indispensabile per colpa della mole di emendamenti e dei conseguenti tempi biblici della discussione, che obbligherebbero a sforare rispetto ai termini fissati.
“Nessuno desidera mettere la fiducia, ma, se il numero degli emendamenti e la lunghezza della discussione lo rendono necessario, diventa necessario”, ha spiegato il Professore durante la
Conferenza della Cisl.
Per saperne di più è necessario attendere le 17 di lunedì pomeriggio, quando è previsto l’inizio delle votazioni sulla manovra in Senato con l’esame delle
pregiudiziali di costituzionalità e questioni sospensive.
E non sarà facile, perché il percorso del Governo è costellato di trappole: se vinceranno i sì alle pregiudiziali, infatti, l’esecutivo potrà dire addio alla
manovra (che decadrà) e, con essa, al mandato. Il problema, come al solito, sono i numeri risicati e le incognite rappresentate dagli esponenti della maggioranza, che celano spesso
sorprese più o meno impreviste e imprevedibili.
Anche oggi, d’altra parte, si prospetta una serata movimentata, perché per un Rossi e un Turigliatto che assicurano il loro appoggio (almeno per questa volta), compare un Dini che
rivela: “Al Senato ci sono sempre delle sorprese”.
Ma la questione, comunque, non si esaurisce con oggi: nei prossimo giorni, infatti, la maggioranza dovrà affrontare il voto di 530 emendamenti dell’opposizione, di 40 proposte di
modifica presentate da Turigliatto (che ha avvertito: dopo oggi, “a meno che non accettino tutti i miei emendamenti, è chiaro che il mio voto sulla Finanziaria è no, così
come è negativo quello sul protocollo del Welfare”), di 2 proposte dei Liberaldemocratici (contro il piano per la stabilizzazione dei precari delle PA), di una della Costituente
socialista e delle rivendicazioni di Rossi.