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Fabrizio Frosio, PdA: sì, ce la faremo lavorando duro, ma urge eliminare gli sprechi

Fabrizio Frosio, PdA: sì, ce la faremo lavorando duro, ma urge eliminare gli sprechi

By Redazione

Taranto, 22 agosto, 2012
Fabrizio Frosio, il Presidente del Partito delle Aziende (piccoli e medi imprenditori ma anche dei loro dipendenti e delle famiglie che traggono sostentamento dalla aziende), è
impegnato nella sua campagna di informazione che lo vedrà protagonista alle prossime elezioni di primavera.

Nel programma del PdA non fa altro che elencare le cose che un capace imprenditore, un buon padre di famiglia, dovrebbe fare per rimettere in sesto la sua impresa, le sorti della sua famiglia,
il futuro dei suoi figli.

Condividiamo il suo pensiero sull’ILVA di Taranto (demenziale blindare un’unità produttiva, dalla quale dipende l’economia di tutta una città, meglio mantenerla in
attività e utilizzare subito i 336 miliardi per metterla in sicurezza).

Con la speranza che possa trovare sempre maggiori consensi e possa portare avanti il suo programma, ecco l’ultimo comunicato:

Inizio messaggio inoltrato:
Da: Ufficio Stampa – Partito delle Aziende
Data: 21 agosto 2012 17.10.22 GMT+02.00
Oggetto: Frosio (PDA): “Bisogna sconfiggere evasione fiscale e corruzione per uscire dalla crisi!”

Segue dichiarazione di Fabrizio Frosio, Presidente del Partito delle Aziende su come uscire dalla crisi evitando l’introduzione di nuove tasse:

Fabrizio Frosio:
E’ vero l’Italia ce la può fare a superare questa crisi, l’abbiamo sempre sostenuto, perché conosciamo bene la tenacia, la passione e le competenze della classe imprenditoriale
italiana, quella delle PMI che reggono quasi per intero il nostro Paese. Ma per farcela senza altre vittime di suicidi, senza che Equitalia tartassi sempre i soliti, non basta “raccomandare” alla
RAI un cambio di linguaggio, nel non definire più “furbi” gli evasori fiscali, che vivono come sanguisughe che danneggiano tutti noi cittadini onesti, che ormai lavorano quasi
esclusivamente per pagare le tasse (anche per loro)!

Il Governo Monti deve cambiare punto di osservazione, perché i dati sono chiari: dopo l’evasione delle Mafie nostrane che ammonta ad oltre 115 miliardi di euro, c’è l’evasione delle
multinazionali che operano nel nostro Paese che giocando con aziende fantasma e scatole cinesi, fanno sparire capitali e, dunque, chiudono i bilanci in negativo, così da non pagare tasse.
Di sicuro, crediamo, è più semplice controllare poche multinazionali che creano un danno a noi italiani di quasi 80 miliardi di euro, perché il Fisco alla fine lavora per
garantirci servizi, è bene ricordaselo, che non tanti artigiani, commercianti e professionisti che creano un danno di 8 miliardi di euro. Le cifre parlano chiaro, recuperare l’evasione
fiscale delle Big company porterebbe nelle casse dello stato quasi tre volte il valore dell’ultima Manovra.

Quindi, a meno di non essere trattenuti dai cosidetti poteri forti, perché non si comincia a guardare con maggiore cura nei bilanci di queste società? E perchè al contempo
non si verificano i conti in banca dei controllori corrotti, che vengono pagati per danneggiare lo Stato Italiano, creando un doppio danno il primo alle entrate fiscali e ai servizi al cittadino,
e poi alla competitività che viene minata da bilanci falsati grazie ad operatori conniventi, pagati profumatamente.

Non è possibile, che la Commissione per la lotta alla corruzione scriva nella sua relazione: “La corruzione in Italia è un fenomeno pervasivo e sistemico che influenza la
società nel suo complesso”. E il Governo continui a promuovere, azioni show, come i blitz della Guardia di Finanza nelle piccole attività economiche, anziché impegnarla nella
lotta alla corruzione, che viene sicuramente perpetrata da grandi aziende o grandi istituti finanziari e commerciali, che grazie alla grande liquidità a propria disposizione possono
“comprare” chiunque vogliano, drogando il mercato e favorendo la morte di piccoli competitor, magari più innovativi e sicuramente più salutari per il mercato economico
italiano.

E per finire, mi rivolgo al Presidente Napolitano, da sempre sensibile e attento alle tematiche della sicurezza sul lavoro e dei lavoratori in genere; non è più tollerabile che in
Italia nel 2012 quasi 3 milioni di operai, dipendenti, factotum, schiavi (non so davvero come chiamarli) lavorino in nero, rischiando la propria incolumità senza alcuna assicurazione e
causando un danno di oltre 22 miliardi di euro all’intero Paese. Vanno trovate anche in questo caso forme di tutela e di aiuto, che favoriscano le denunce dello sfruttamento del lavoro e delle
competenze, così che il mercato di riequilibri in maniera naturale, evitando le storture che oggi lo rengono “letale” per tanti imprenditori che da una parte hanno uno Stato che chiede
sempre di più e dall’altro competitor senza scrupoli che non tutelano i lavoratori e si fanno beffe degli italiani non pagando le tasse e spostando i propri patrimoni all’estero!

Già soltanto recuperando le cifre dell’evasione e sanando il danno della corruzione al sistema Paese, non solo saremmo fuori dalla crisi, ma potremmo davvero far paura a Germania e
Giappone per produttività, ma ancor di più per quella qualità dei prodotti che ha da sempre contraddistinto il Made in Italy.

 

Giuseppe DAnielli
Direttore
Newsfood.com
 

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