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Cina: “Piazza Italia” chiude… e nel peggiore dei modi

Cina: “Piazza Italia” chiude… e nel peggiore dei modi

By Redazione

Pechino – Il centro commerciale Piazza Italia, aperto nello scorso mese di ottobre del 2008 in pompa magna a Pechino, ha chiuso i battenti nei giorni scorsi. La chiusura viene definita con
un eufemismo “ristrutturazione” ma la realtà è che dallo scorso mese di luglio non vengono più pagati stipendi, affitto e merci ai fornitori. La notizia è stata
diffusa da China Daily.

“Un vero disastro -dice ad INformaCIBO uno chef di Piazza Italia- che getta fango sulla cucina italiana e gli italiani specialmente qui in Cina”. Sì perchè anche il ristorante
ubicato al terzo piano del Centro commerciale ha dovuto chiudere i battenti.

La brigata di sala occupava 27 persone, mentre la brigata di cucina, guidata da uno chef italiano, era composta, fra cuochi e comis, da 38 addetti. La cattiva gestione è stata al centro
del disastro economico. “Facevate pagare generi da supermercato, pur ottimi, a prezzi di boutique”.

La frase, il giudizio e la sintesi sono dei cinesi con i soldi. Con i soldi per comprare il cibo “made in Italy”, cinesi con i soldi ma mica fessi come invece noi italiani pensiamo debbano essere
tutti gli stranieri con i soldi. Ancora una volta ci siamo fatti riconoscere all’estero per il lato più negativo degli italiani. Quello di fare i furbi.

L’inizio di Piazza Italia l’aveva raccontato, con speranza, INformaCIBO l’anno scorso. Ci avevano investito la CRAI, il Consorzio Grana Padano, Cavit, Conserve Italia, il San Daniele Service Srl
(braccio operativo del Consorzio del Prosciutto di San Daniele), Frantoi Artigiani d’Italia, società operativa dell’AIFO (Associazione Italiana Frantoiani Oleari), Boscolo Etoile del
Gruppo Boscolo…

Anche il premier Berlusconi lo aveva visitato e il ministero dello Sviluppo economico era nella società con il 39% della società di gestione del punto vendita. Ora, dice il giornale
cinese, resta un self service vuoto, un ristorante chiuso e una cantina deserta. E una brutta figura per il nostro Paese. Ma ne riparleremo.

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