Cina, misure contro il falso extravergine italiano

10 Gennaio 2012
Le autorità di Pechino chiedono ai colleghi di Roma misure più severe contro il falso olio extravergine d’oliva.
Tutto inizia a fine dicembre, quando in Italia Guardia di Finanza e Guardia Forestale scoprono come olio venduto come 100% made in Italy sia realizzato con miscele straniere e di qualità
inferiore.
La notizia arriva in Cina e, secondo alcuni, provoca tanto allarme da causare il sequestro precauzione di alcune bottiglie. In particolare, gli investigatori si concentrerebbero su 13 aziende
nostrane, sospettate di aver allungato il prodotto con olii di Tunisia, Grecia, Marocco e Spagna.
A livello più alto, l’Autorità cinese per la qualità ha fatto formale richiesta all’ambasciata d’Italia a Pechino. Nel testo, domande sulle società italiane poco
chiare. L’Amministrazione generale si è rivolta direttamente a Roma, chiedendo di migliorare gestione della qualità e sicurezza del prodotto esportato.
Infine, la Cina ha messo in allerta le sedi periferiche, spingendo al rafforzamento dei controlli e della supervisione dell’olio d’oliva che arriva dal Belpaese.
Matteo Clerici
ATTENZIONE: l’articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e/o pervenute. L’autore, la redazione e la proprietà, non
necessariamente avallano il pensiero e la validità di quanto pubblicato. Declinando ogni responsabilità su quanto riportato, invitano il lettore a una verifica, presso le fonti
accreditate e/o aventi titolo.