Bulimia: la terapia comportamentale per combattere i cattivi pensieri

8 Ottobre 2009
La terapia cognitivo comportamentale (CBT) è efficace nell’aiutare i malati affetti da bulimia od altri disturbi alimentari compulsivi.
Lo sostiene una ricerca dell’University of West Sydney in Australia, diretta dalla dottoressa Philippa Hay pubblicata da “The Cochrane Library”.
Gli studiosi hanno esaminato circa 48 studi di settore basati su un totale di 3.000 soggetti analizzati, scoprendo come la CBT fosse una parte essenziale di una terapia positiva. Infatti, il
tasso di pazienti guariti dopo essere stati sottoposti a terapia cognitivo comportamentale raggiungeva il 37%, contro il 3% del gruppo di controllo non sottoposto a tale forma di cura.
La dottoressa Hay fa notare come la terapia si sviluppa in 15-20 sedute per 5 mesi e consiste in sedute con lo psicologo. Essa agisce sul modo di pensare del paziente rispetto alla malattia,
aiutandolo a riconoscere i pensieri “malsani”. Obiettivo primario della CBT è far sì che il soggetto riconosca i cattivi pensieri e li combatta, mettendo in atto un comportamento
alimentare corretto. In questo modo l’autocontrollo e l’autostima si rafforzano, a danno dei disordini alimentari.
Matteo Clerici