Birra a Carlsberg Italia il premio per la sostenibilità

21 Novembre 2012
Una grande birra, ma anche una seria fondazione scientifica, dove la ricerca di tecnologia ed innovazione nell’alimentare si lega con la passione per le Belle Arti.
Nell’ambito di Apertamente, evento di Federalimentare e Miur, Carslberg Italia apre le porte, fisiche e filosofiche del proprio stabilimento di Induno, provincia di Varese.
Per cominciare, le linee-guida e le scelte: come ricorda Alberto Fransin, amministratore delegato, “Siamo l’unica fondazione, creata nel 1847 da Jacobsen in Danimarca, con scopi scientifici e
di innovazione nel settore Breweries”. Strada del passato, meriti del presente: “L’innovazione nella ricerca è tuttora la nostra missione,tanto è vero che nel settore siamo la
prima azienda al mondo per ecosostenibilità”.
Ecco allora la fabbrica d’Induna, un bel edificio in stile liberty, con un parco attraversato da un affluente dell’Olona.
Al suo interno, macchinari come le micro-camere iperbariche, che offrono bancone con diverse birre alla spina, capaci di rimanere fresche per molti mesi. Una birra artigianale, di
qualità, ed eco-friendly, la prima al mondo ad aver ottenuto l’Epd, Dichiarazione ambientale prodotto, per il rispetto dell’ambiente. Fransin offre dati e cifre: “Recuperiamo il 96,2%
dei rifiuti e li avviamo a riciclo, e nel 2011 rispetto all’anno precedente abbiamo tagliato del 7,3% il consumo di energia e dell’8,2 il consumo di acqua per ogni ettolitro prodotto. Nel 2011
abbiamo messo a punto la tecnologia ‘Draught master’ e abbiamo già sostituito il 40% dei fusti in acciaio con quelli in pet riciclabili al 45%. Con tre fusti, pari a 60 litri di birra
spillati nei nuovi fusti in pet otteniamo un risparmio sull’impatto dell’effetto serra pari al lavoro di un albero. Nel 2012, in termini di riduzione di Co2, abbiamo lavorato come 174mila
alberi”.
Matteo Clerici