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Banche: crescono sofferenze ed insolvenze delle famiglie

By Redazione

Dopo gli allarmi delle associazioni dei consumatori e dell’Adusbef in particolare,che denunciavano una crescita dei pignoramenti e delle esecuzioni immobiliari,ad un ritmo superiore al 20 per
cento nel 2007 rispetto al 2006, anche Bankitalia certifica il livello preoccupante raggiunto dalle sofferenze bancarie per le famiglie consumatrici,che sono salite a 11,2 miliardi con un tasso
dell’ 8,5 per cento, grazie ai cattivi consigli delle banche,che oltre ad aver appioppato mutui a tasso variabile al 91% dei richiedenti (3,2 milioni di famiglie), hanno alimentato vere e
proprie campagne di istigazione al debito per far crescere i loro fiorenti profitti sulla pelle dei debitori, con il ricorso allegro al credito al consumo ed all’indebitamento («compra
oggi che paghi tra due anni» !), mediante carte di debito «revolving», inviate direttamente al domicilio dei «non richiedenti»,caricate di 3000-4000 euro, che per
bisogno vengono attivate.

L’ultimo rapporto di Bankitalia,che certifica un aumento delle famiglie in difficoltà con le rate del mutuo e dei prestiti al consumo, oppure con il conto in «rosso», deriva
soprattutto dall’aumento dei tassi di interessi con un taeg (Tasso annuo effettivo globale),passato dal 9,42 di ottobre al 9,63 di novembre, ancora più alto che allarga la forbice di
oltre 1 punto con la media europea,mentre anche i mutui registrano costi superiori di quasi 1 punto su media UE (5,82 Italia contro 4,90 media UE).
Adusbef e Federconsumatori, a fronte di gravi difficoltà che riguardano milioni di famiglie più indebitate di 38 miliardi in più negli ultimi 12 mesi,con almeno 1,9 milioni
di mutuatari a rischio insolvenza che rischiano di perdere la casa per precise responsabilità delle banche, chiedono al Governo di proclamare lo stato di emergenza, imponendo agli
istituti di credito il rigoroso rispetto delle leggi non applicate,come l’art. 10 del decreto Bersani sulla simmetria dei tassi,che ha consentito un indebito lucro di 5,9 miliardi di euro,da
far stornare immediatamente dai 23,8 miliardi di utili netti per farli restituire al popolo dei depositanti.

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