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Banche, anche la BCE rileva la restrizione del credito

By Redazione

 

Anche la Banca centrale europea, pur nel suo linguaggio criptico, ha osservato nel corso delle ultime settimane: “i primi segni di una flessione dell’offerta di credito”,
precisando che il calo era non solo legato alla flessione della domanda, ma anche a condizioni di finanziamento più restrittive. “I flussi netti di credito nella zona euro sono
rimasti positivi” in tutto il periodo di turbolenze finanziarie ma – ha detto Trichet – nelle ultime settimane abbiamo osservato i primi segni di un un’offerta di credito in calo”.
“Sicuramente – ha aggiunto – la flessione è legata al calo della domanda” in quanto le aziende ritardano i loro investimenti e i consumatori rinviano le loro richieste di
prestiti. “Ma – ha sottolineato – vi sono anche segni che indicano come il calo del credito sia legata a fattori di offerta e a condizioni di finanziamento più restrittive
associato al fenomeno del ‘deleveraging’ cioé una riduzione del ricorso all’indebitamento”. Una generalizzazione di questo fenomeno attraverso il sistema potrebbe “indebolire la
ragione di essere dell’intero sistema” ha avvertito Trichet.

La restrizione del credito alle famiglie ed alle imprese nell’area euro è ancor più grave in Italia, dove alla domanda di prestiti e finanziamenti da parte della
famiglie e delle piccole e medie imprese per mandare avanti le proprie attività,corrisponde addirittura una revoca degli affidamenti con un preavviso di 24 ore e condizioni
più onerose e tassi maggiorati,aggravate dalla commissione di massimo scoperto, per fornire la necessaria liquidità.

Adusbef e Federconsumatori tornano a chiedere al Governo un monitoraggio attento, perché è inutile fornire le coperture necessarie alle banche con i Tremonti bond,pari a
10 miliardi di euro, una piccola goccia rispetto alle necessità delle aziende, se poi quella liquidità non viene messa in circolazione per generare meccanismi economici ed
occupazionali virtuosi.

Che la situazione sia molto più preoccupante in Italia, rispetto ai paesi dell’area euro, è dimostrata dalle centinaia di proteste che arrivano alle associazioni di
consumatori,indirizzate anche alle categorie economiche rappresentate in merito ad una grave,spesso ingiustificata richiesta di rientro dei fidi e delle linee di credito concesse in
precedenza, per rinegoziarle in alcuni casi a tassi e condizioni capestro molto più onerose.

Se poi il Governo riuscisse a far onorare gli impegni assunti dalla pubblica amministrazione nei confronti delle ditte fornitrici,pari a qualche miliardo di euro, in tempi più
ragionevoli rispetto ai tempi biblici che arrivano anche a superare i 24 mesi,esortando le banche ad abbassare i tassi su mutui e prestiti tenuti artificialmente alti alle condizioni di
mercato, potrebbe dare un contributo ad attenuare la gravissima crisi economica e la carenza di liquidità che strozza tantissime famiglie e milioni di piccole e medie
imprese.

Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

 

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