ASSAGGIARE VINI PER LE GUIDE? COME DOVE QUANTI E QUALI VINI?

8 Marzo 2019
ASSAGGIARE VINI PER LE GUIDE? COME DOVE QUANTI E QUALI VINI? DOVE E COME LE SEDUTE DI ASSAGGIO?Un caro amico giornalista mi chiede un parere sulle guide e i premi assegnati a vini, enologi, etichette, packaging, produttore, produttrice, cantina, viticoltore e chi più ne ha più ne metta.Terreno giornalistico interessante, un po’ complicato se si vuol dire la verità fino in fondo.I premi sono stati utili anni fa, oggi contano molto meno da un punto di vista aziendale e di prodotto (ci sono altre modalità e proposte più interessanti e utili) , contano di più come autoreferenzialità, autosoddisfazione, autogratifica per il produttore.La faccia sul giornale: l’uomo impresa dicevano i grandi comunicatori americani negli anni ’70-’80 vende di più di ogni pagina pubblicitaria.E’ la fiducia, stima, sicurezza, verità, trasparenza che emana il premiato a segnare la svolta di una impresa.E gli americani avevano ragione.Oggi un premio, una stelletta, nel vino non contata più come una volta, non è possibile dagli neanche un valore venale-fatturato in più aziendale.Non esiste oggi un premio italiano che effettivamente serva al vino o alla impesa italiana: serve per qualche articolo locale, palare ai soliti addetti ai lavori.Anche le guide, anche se le selezioni avvengono con la massima cura e attenzione, non contano più come una volta.Oggi poi tutti criticano: è facile pontificare sul web, lanciare accuse, porre dubbi fra i lettori, piccarsi di saperla più lunga e di essere più trasparente degli altri.Interessante ma poco utile per il vino italiano la diatriba se i vini sono acquistati dalle guide, se richiesti a fronte di un ticket, se chiesti gratis alle aziende, se c’è una visita aziendale, se è il curatore a guidare o se sono altri, magai anche occulti segnalatori e assaggiatori che stanno nelle retrovie, non appaiono con nome e cognome sulla guida, nel palinsesto, nel colophone.L’importante è che l’assaggio avvenga secondo regole ben chiare.La unica o doppia degustazione, la prima e la seconda selezione, chi arriva in finale, chi fa gli assaggi nei consorzi o nelle camere di commercio, chi gira territorio pe territorio, chi copre le bottiglie prima e dopo le scopre, chi assaggia con etichetta in vista e poi fa fare un riscontro ad alto degustatore con etichetta nascosta come prova.Sono tutte modalità in uso, valide se chi assaggia lo fa in modo attento.Per attento non intendo solo superpates e non coinvolto minimamente da nessun fattore, ma che conosca la viticoltura del luogo, della cantina, di quel vino.Che sia coerente negli assaggi, che almeno 3 tecnici assaggino la stessa etichetta, che la soggettività possa essere presente ma non invadente e determinante.Io per esempio non amo da bere quotidianamente una certa tipologia, questo non deve voler dire che tutta quella tipologia viene scartata, eliminata, non degustata.Un conto è il gusto personale, un conto è saper trasmettere a terzi un parere oggettivo, vero, chiaro.Poi in una seduta tecnica professionale, di solito nelle sedi consortili o nelle sedute finali in redazione o in laboratori attrezzati, ma bere più di 25-28 vini di seguito della stessa tipologia perché è molto alto, quasi sicuro, che le papille gustative dopo un certo numero di prove non siano più sensibili e reattive …quindi c’è il rischio di prendere un abbaglio.Non c’è bocca esente da questo limite…certo i più allenati e i più bravi possono superare il limite per certe tipologia di vini (penso ai soli frizzanti e spumanti) ma sicuramente tenendo ben separati metodi di produzione e sapori limite.Oggi il vino italiano, in termini di appeal premi e guide, ha bisogno principalmente di due grandi interventi.Un impegno prioritario dei produttori rivolto alle degustazioni estere, alle guide internazionali, alle riviste straniere più lette anche in quei 60 paesi dive il vino italiano non c’è!La scelta di guide-trasversali (cioè quelle testate o organismi che mettono insieme consumatore-acquirente-vino in un unico contesto) cui inviare campioni selezionati idonei per quel mercato-consumo-cultura, agendo in modo chirurgico attento.Il sostegno, con il continuo incremento del digitalwebWine e dell’e-commerceWine, dei corsi anche minimali, anche senza attestato ufficiale che insegnano e informano sia gli addetti ai lavori di prima linea (chi mesce al bar, che seve ai tavoli… ) che il consumatore finale.La filiera del consumo è e sarà sempre più ridotto con l’incremento del fai-da-te.La guida cartacea, in numeri ridotti resterà, resteranno quelle che avranno capito il gusto di una fascia di consumatori e l’avrà fatta diventare il core business.In questo Veronelli è indistruttibile e Slow Wine pure, le guide Ais sono uno strumento di lavoro per i soci, Gambero Rosso il veicolo ideale all’estero.Giampietro Comolli
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
Mob +393496575297Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
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