BREXIT e ITALIA: PRIME MOSSE CONFAGRICOLTURA E AGRICOLI IRLANDESI

4 Marzo 2019
BREXIT ITALIA: PRIME MOSSE CONFAGRICOLTURA E AGRICOLI IRLANDESI
Confagricoltura Italia e Ifa (Irish Farmers Association) chiedono soprattutto che piuttosto di rischiare una imminente hard Brexit è fondamentale consentire uno slittamento della data di recesse definitivo di UK dalla UE a 28.
Una eventuale applicazione immediata delle tariffe e dazi previsti fuori dal Mercato Unico Europeo e dalle diverse OCM in atto, avrebbe impatti negativi di miliardo di Euro per tutti i paesi europei. Per la sola carne bovina (escluso suina, caprina, ovina ecc…) irlandese ci sarebbe un impatto negativo di fatturato pe i produttori pari a 800 milioni di euro l’anno. Cifre non sopportabili senza una inclusione e un accordo.
La PAC, volenti o nolenti, Brexit soft o hard o new-deal, in ogni caso è al centro degli effetti, positivi e/o negativi, qualunque sia la soluzione adottata. Certo è che dopo oltre 2 anni dal Referendum inglese non si vede chiarezza all’orizzonte.
Anzi. Confagricoltura Italia e Confagricoltura Irlanda stanno pressando i rispettivi Governi e Ministri Agricoltura sull’importanza prioritaria che la Brexit non modifichi gli equilibri e le entità di azioni e misure già destinati alla PAC in vigore, e soprattutto per la nuova PAC 2021-2027 sono contrari alla convergenza e alla restituzione degli aiuti diretti.
La PAC inoltre, non è solo un supporto per la competitività e produttività delle imprese, ma soprattutto un baluardo per una agricoltura sempre più sana e a prezzi accessibili per il consumatore finale con la possibilità di scegliere fa una gamma di qualità.
Finalmente, dopo anni che cerco di dirlo in tutte le salse, l’incontro Confagricoltura-Ifa sostiene che le nuove PAC devono avere una maggiore ambizione ambientale ma non a piccoli stralci o a settori di nicchia di prodotti e di alimenti, bensì deve essere aperto un “grande capitolo” di azioni e misure concrete (= remunerazione come negli anni ’70-’80 che favorì l’incremento della produttività) destinate a quegli agricoltori titolari di programmi di sviluppo rurale integrato e condiviso in aree svantaggiate e di montagna (presenti in tutti i 28 paesi europei) perché resti una presenza attiva e lavorativa come servizio pubblico a favore di tutta la collettività europea.
Finalmente!
Giampietro Comolli
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
Mob +393496575297
Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
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