Aranciata senza arance, è battaglia alla Camera

12 Giugno 2014
Galeotta fu l’aranciata senza arance: la Camera dei Deputati si trasforma così in un campo di battaglia tra favorevoli e contrari.
Tutto inizia dall’approvazione di una norma che aumenta il limite minimo di frutta nelle bibite analcoliche, 20%, contro il 12% della vecchia legge del ’58. Secondo alcuni, però, la norma è errata in partenza, in quanto non si applica alle bevande straniere: risultato, queste potranno essere considerate succhi di frutta ma contenere meno succo, con costi minori rispetto ai colleghi italiani,
Come prevedibile, è allora nato un fronte di contrari al provvedimento. A guidarlo, Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, secondo cui “ Si favoriscono gli stranieri, si penalizza la competitività italiana, si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro fra diretti e indotto”.
A sostenerlo, Assobibe: il presidente Aurelio Ceresoli spiega come “I prodotti importanti dall’estero continueranno ad essere disponibili sul mercato italiano anche se avranno una percentuale di succo inferiore. Il nuovo obbligo si tramuterà in un forte incentivo alla delocalizzazione, sostenibile dai grandi gruppi ma sicuramente a scapito delle piccole-medie imprese che rappresentano la tradizione italiana della produzione di bibite analcoliche”. La conclusione non è allora positiva: “In un momento in cui si parla di made in italy come punto di forza per il rilancio della nostra economia, la Camera vota un provvedimento che va esattamente nella direzione opposta”.
La norma può però contare su un folto gruppo di sostenitori.
Tra loro il gruppo PD alle commissioni agricoltura di Camera e Senato, guidato da Nicodemo Oliverio e Roberto Ruta, che hanno parlato di “Una grande battaglia di civiltà a difesa e valorizzazione del nostro made in Italy e a tutela della salute dei cittadini, specialmente dei bambini”. Molto positivo anche Roberto Moncalo di Coldiretti, secondo cui si è ottenuta “Una sconfitta delle lobby” e si è vinta “Una grande battaglia di civiltà a difesa e valorizzazione del nostro made in Italy e a tutela della salute dei cittadini, specialmente dei bambini. Perciò, “ Quando la legge sarà approvata duecento milioni di chili di arance all’anno in più saranno bevute dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate. Il che significa cinquantamila chili di vitamina C in più”. A patto di comprare bibite italiane.
Matteo Clerici