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Anche Legambiente Turismo ha il suo «blog» (anzi due)

By Redazione

Bologna – Da qualche tempo anche Legambiente Turismo ha il suo “blog” (anzi due), l’associazione affiliata a Legambiente che si occupa di responsabilità ambientale nel
turismo e gestisce la più numerosa ecolabel per le strutture ricettive e turistiche d’Italia con oltre 300 imprese associate, 63000 posti letto – e oltre 5 milioni di presenze nel 2006 –
ha deciso nel giugno scorso di dare vita a un dialogo aperto sul web attraverso lo strumento che va di moda (anche troppo) di questi tempi.

Perciò al sito web “istituzionale” ha affiancato anche due blog “Legambiente Turismo news” https://ltnews.splinder.com e “Le aragoste di Craig” https://aragoste.splinder.com dai quali si
accede sia direttamente che tramite link dal sito http://www.legambienteturismo.it Particolarmente originale è il blog che si occupa di alimentazione in quanto prende lo spunto da una
cervellotica decisione delle autorità britanniche di esigere che le aragoste di tutta la Gran Bretagna siano vistate e marchiate da un istituto di Londra prima di essere riconsegnate ai
ristoranti per essere servite ai clienti. La cosa ha sollevato proteste dei ristoratori e dei consumatori ed è stata riportata da una prestigiosa guida (la Stevenson) con l’osservazione
che questa misura non sia proprio la più idonea per garantire freschezza e sicurezza, qualità indispensabili per un buon cibo. Il tema è caldo anche in Italia dove gli
albergatori vengono sottoposti a pressioni da normative spesso non chiarissime che tendono a privilegiare il consumo esclusivo nelle prime colazioni delle “monodosi” alimentari di marmellata,
miele, yogurt e in qualche caso anche di pane, brioches e torte. Tutto in nome dell’igiene burocratica. Legambiente ha obiettato già da vari anni che ci si trova di fronte ad una
interpretazione curiosa della normativa HACCP da parte di molti ispettori delle AUSL formulata in misura tale da spingere il consumatore verso la produzione di quantità rilevanti di
rifiuti, e, soprattutto verso il consumo di prodotti industriali in involucri di plastica e alluminio che non garantiscano affatto la salubrità dei loro contenuti quanto invece gli
interessi delle grandi compagnie alimentari che hanno folte schiere di lobbysti nelle anticamere dei legislatori/decisori. L’intervento dell’associazione ambientalista ha prodotto
interpretazioni autentiche della norma da parte di alcune regioni (segnatamente l’Emilia Romagna, e Marche e la Toscana) che hanno dichiarato pienamente legittime le colazioni che mettobo a
disposizione del cliente contenitori di marmellate ed altri prodotti sfusi (garantendo ovviamente l’igienicità del servizio secondo le dichiarazioni previste dalle norme vigenti). Si
tratta di una bella vittoria del buon senso e del buon cibo realizzato da piccole aziende locali che servono principalmente prodotti tipici da coltivati e commercializzati localmente.

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