Alimenti e bevande, nuovi indirizzi per i comuni lombardi
23 Gennaio 2008
Milano – La Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani, ha approvato i nuovi indirizzi generali, destinati ai Comuni, per il
rilascio delle autorizzazioni per le attività di somministrazione di alimenti e bevande, regione Lombardia aveva già sollecitamente provveduto a disciplinare, con la legge
regionale 30 del 2003, il settore dei pubblici esercizi all’indomani del conferimento alle Regioni della potestà legislativa in materia di commercio.
Gli indirizzi generali approvati ora dalla Giunta, previo parere della Commissione consiliare competente, subentrano a quelli approvati con la delibera di Giunta del 17 maggio 2004 che avevano
validità triennale, in quanto operanti in una fase di prima applicazione.
Il provvedimento contiene disposizioni che semplificano le procedure amministrative per le nuove iniziative, facilitano i Comuni nella programmazione di uno sviluppo equilibrato della rete di
vendita, garantiscono orari di apertura e chiusura degli esercizi rispettosi delle esigenze lavorative e degli operatori del settore, che sostanzialmente vengono lasciati liberi di programmare
la loro attività.
Spetta ai Comuni garantire che i pubblici esercizi possano operare con adeguati livelli di produttività e concorrenzialità, attraverso una equilibrata presenza sul territorio
degli stessi; gli Enti locali potranno stabilire indicazioni programmatiche per le nuove aperture, che devono essere adeguatamente motivate da valutazioni sulla vivibilità e la
fruibilità del contesto urbano nel suo complesso.
Per quanto riguarda gli orari di apertura e di chiusura degli esercizi, i Comuni potranno differenziare l’orario nell’ambito dello stesso territorio, determinandolo in base alle seguenti
indicazioni, nel rispetto delle norme previste dai contratti di
lavoro:
– tra le ore 5 e le ore 2 del giorno successivo, per gli esercizi nei quali la somministrazione di alimenti e bevande costituisce attività prevalente; l’orario di chiusura di tali
esercizi può essere posticipato dal Comune, su richiesta dell’esercente, a condizione che questi si impegni a non arrecare danno alla quiete pubblica attraverso idonee misure di
mitigazione;
– tra le ore 7 e le ore 3 per gli esercizi che, insieme alla somministrazione di alimenti e bevande, effettuano attività di intrattenimento e svago (danzante e/o musicale); in linea con
quanto previsto dall’art. 17 della legge regionale 30 del 2003, nell’ambito di questa ampia fascia oraria viene stabilito dal Comune l’orario di apertura e chiusura degli esercizi pubblici,
sentite le associazioni di rappresentanza degli stessi operatori riunite nella apposita Commissione comunale.
«Nel responsabilizzare fortemente i Comuni, eliminando alcuni vincoli ma preservando le esigenze di sviluppo equilibrato che caratterizzano questo comparto – ha ricordato l’assessore
Nicoli Cristiani – gli indirizzi regionali approvati contemperano le esigenze di piena semplificazione e facilitazione all’apertura delle attività d’impresa, nel rispetto dei principi di
concorrenza stabiliti dalla Costituzione e delle norme nazionali, con il mantenimento del controllo su attività a tutt’oggi soggette all’autorizzazione di pubblica sicurezza. Si tratta
di un provvedimento importante e innovativo, anche nel metodo, perché frutto di un confronto e di una condivisione tra Regione, Anci e Associazioni del settore».
Nel provvedimento vengono, infine, indicate alcune linee guida per realizzare azioni di prevenzione contro gli abusi nel consumo di alcolici fra i giovani, da realizzarsi su iniziativa dei
comuni, anche in collaborazione con la Regione, altre istituzioni e associazioni imprenditoriali.
Si tratta in particolare di promuovere iniziative di formazione e di educazione al consumo presso il personale degli esercizi di somministrazione e i giovani, l’adozione di misure di
prevenzione rivolte ai frequentatori degli esercizi aperti nelle fasce orarie notturne e serali, con particolare riferimento a forme di trasporto pubblico e collettivo e alla
responsabilizzazione dei guidatori di moto e autoveicoli.
Sono previsti incentivi per gli esercenti che adottano le misure preventive e di controllo più efficaci per combattere il fenomeno.
Gli indirizzi approvati si applicano a un comparto che, secondo i dati Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), era composto (al giugno 2006) da oltre 41.000 unità locali, di cui
450 discoteche e locali notturni, 13.165 ristoranti (uno ogni 720 abitanti) e 27.552 bar (uno ogni 344 abitanti), per una media complessiva di un esercizio pubblico ogni 233 abitanti.
Un settore imprenditoriale molto dinamico che, secondo la stessa fonte, ha segnato nel quinquennio 2001-06 una crescita del 26% in termini di unità locali e che impiega più di
90.000 addetti, tra autonomi (oltre 52.000, di cui i 33.000 nei bar) e dipendenti (circa 38.000, di cui 22.000 solo nei ristoranti).