AIDS: svelato il mistero dei “non progressori”
7 Maggio 2010
Nella medicina, sono noti come “non progressori”: i pazienti che, pur colpiti dal virus HIV, non si ammalano di AIDS. Ora, il loro meccanismo difensivo è più chiaro e tale
conoscenza potrà essere sfruttata su ampio raggio.
E’ quanto emerge da una ricerca del MIT ( Massachusetts Institute of Technologies) e dell’Università di Harvard, diretta dal dottor Arup Chakraborty e pubblicata su “Nature”
La squadra di Chakraborty è partita da 2 considerazioni. Primo: i soggetti “non progressori” (circa lo 0,5% dei colpiti dal virus HIV) hanno una variante specifica del gene HLA B57.
Secondo: tali individui sono particolarmente sensibili alle malattie autoimmuni, il cui il corpo è vittima del proprio sistema immunitario.
Sulla base di tali dati, gli scienziati hanno elaborato il problema tramite simulazione computerizzata.
Secondo tale modello, il timo dei “non progressori” produce celluleT potenziate e più attive rispetto al normale: questo spiega la maggiore frequenza di problemi autoimmuni, ma anche la
maggiore combattività verso HIV. Il sistema immunitario, infatti, riuscirebbe a riconoscere il virus anche se questo e’ mutato.
Chakraborty e colleghi sperano ora di mettere in pratica tale scoperta, per replicare il modello di tali pazienti, creando così un farmaco o un vaccino che aiuti i sieropositivi a
rischio a tenere lontana la malattia, sviluppando anche in loro gli anticorpi potenziati.
Fonte: Andrej Košmrlj, Elizabeth L. Read, Ying Qi, Todd M. Allen, Marcus Altfeld, Steven G. Deeks, Florencia Pereyra, Mary Carrington, Bruce D. Walker, Arup K. Chakraborty,
“Effects of thymic selection of the T-cell repertoire on HLA class I-associated control of HIV infection”, Nature 2010 doi:10.1038/nature08997
Matteo Clerici
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