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Vino bio, pesticidi nelle bottiglie

Vino bio, pesticidi nelle bottiglie

By Redazione

Anche nel vino biologico è possibile trovare residui di pesticidi, prodotti fitosanitari tossici per l’uomo.

Questo il messaggio di una ricerca di UFC-Que Choisir,
associazione di consumatori con sede in Francia.

I suoi esperti hanno esaminato un campione di 92 bottiglie di vino francese, costo 2-15 Euro, sia bio che non, cercando eventuali tracce di pesticidi.

In tutte le bottiglie sono state così trovate residui di prodotti chimici, a volte proibiti dalle legislazione nazionale. Nei casi peggiori, il vino conteneva 9-10 molecole diverse, fino
alle 14 rilevate in una bottiglia di Bordeaux2010, costo 10,44 Euro. Dato positivo, il fatto che il vino biologico avesse una minore presenza di pesticidi rispetto a quello convenzionale.

Secondo UFC-Que Choisir, tutto nasce dai limiti attuali della legislazione Europea. Secondo il diritto comunitario, i pesticidi vanno conteggiati singolarmente: se ogni pesticida è
inferiore al limite massimo (LMR) dell’EFSA, l’Autorità UE per la sicurezza alimentare, il vino è legale. Non a caso, per superare tale problema, è allo studio il concetto
di effetto cumulativo: la somma degli effetti negativi sul corpo umano, in modo da considerare illegali tante “piccole” dosi di prodotto di per sé permesse.

Vi è inoltre il problema dei metodi di controllo: il limite massimo viene infatti stabilito tramite controlli sulle uve, non sui vini.

Infine, l’associazione mette in luce la drammatica situazione francese. Per anni, i pesticidi sono stati usati in maniera estremamente concentrata sul territorio, arrivando ad usare il 20% dei
pesticidi nazionali sul 3,7% della superficie destinata all’agricoltura; nel solo 2011, sono state impiegate 62.700 tonnellate di prodotti chimici. E le conseguenze non mancano: i viticoltori
francesi presentano una vulnerabilità ad Alzheimer e Parkinson molto superiori alla media nazionale, riconosciute come malattie professionali dovute ai pesticidi.

Ma l’Europa presenta anche il lato opposto della medaglia: un’indagine del 2012 ha riconosciuto all’Italia il primato mondiale della sicurezza alimentare per il vino, col minor numero di
residui di pesticidi oltre il limite, 5 volte inferiore a quello della media UE e 26 volte quello dei Paesi extracomunitari.

Matteo Clerici

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