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Veltroni: “Nessun accordo privilegiato con Berlusconi: nel 2008 niente voto”

By Redazione

Intervistato da L’Espresso sull’apertura del dialogo con Berlusconi e sulle riforme (prevista per il 30 novembre), il leader del Pd, Walter Veltroni non ha mostrato tentennamenti e, al
contrario delle condizioni poste dal Cavaliere, ha annunciato che nel 2008 non ci aspetta la chiamata alla urne: “Dopo Dalemoni non ne inventi un’altra – ha dichiarato Veltroni – Non c’è
nessun accordo. E nel 2008 non si voterà”. “Il 2008 – ha spiegato – sarà l’anno delle riforme: quella elettorale, ma anche quella costituzionale già alla Camera e dei
regolamenti parlamentari, pure questa importante”.

Così Veltroni ha chiuso i tre giorni di discussioni e polemiche che sono seguiti alla nascita del nuovo partito di Berlusconi, al risentimento dei suoi ex alleati e all’apertura del
Cavaliere al dialogo con la maggioranza.
Alla domanda se si arriverà davvero alla riforma della legge elettorale, Veltroni ha risposto che si tratta di una risposta difficile e che non c’è nessun accordo privilegiato con
Berlusconi: “Oggi il terremoto è così forte da impedire ogni previsione – ha spiegato – Ma se non precipitiamo nelle elezioni anticipate nella prima metà del 2008, e
farò di tutto per evitare che accada, siamo nella felice condizione di varare insieme le tre riforme che ci siamo già detti”. “Se Berlusconi non ci vuole stare – ha aggiunto il
leader del Pd – deve spiegarlo al Parlamento e al Paese”.

Veltroni ha poi ribadito che non è favorevole all’ipotesi del referendum: “A me conviene lo scenario delle tre riforme – ha annunciato – Serve per avere un vincitore certo e dopo
governare. Oggi il sistema scricchiola in modo spaventoso. Cercare soluzioni semplificate aumenta la crisi e avvicina il collasso”.
In merito alle ultime mosse di Berlusconi, invece, Veltroni ha commentato che non lo sottovaluta perché “ha una sua missione e molti soldi”, ma ha sottolineato che “un partito può
nascere una sola volta per impulso personale” e che più che un nuovo partito, l’operazione sembra un restyling di Forza Italia in senso “meno moderato”: “Noi abbiamo unito due partiti,
abbiamo portato un mare di gente alle primarie – ha spiegato Veltroni – La sua operazione è tutta diversa: lui, per ora, ha cambiato il nome a Forza Italia e basta. Ed è anche
molto meno moderato, perché insegue la parte più infuriata del Paese”.
Una cosa è certa: il leader del Pd non è disposto a trattare sulla caduta di Prodi. “Non tratterò con Berlusconi nessuna legge elettorale che preveda una data di scadenza
per il governo Prodi- ha concluso Veltroni – Non lo farò mai. Il governo deve poter lavorare sino al 2011”.

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