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Unioncamere: «Italia lenta, Sud al rallenty nel 2008»

By Redazione

Un Mezzogiorno lumaca in un’Italia che rallenta, secondo le previsioni degli Scenari di sviluppo delle economie locali, realizzati dal Centro Studi di Unioncamere in collaborazione con
Prometeia, il PIL nazionale aumenterà nel 2008 dell’1,4% (a fronte dell’1,8% del 2007); ma se il Settentrione potrà raggiungere l’1,5% ed il Centro l’1,4%, al Sud il Prodotto
interno lordo dovrebbe crescere solo dell’1,1%.

Tale andamento appare condizionato da fattori esterni ed interni. In primo luogo si prevede una decelerazione delle esportazioni ( 2,8% a fronte del 3,0% di fine 2007), conseguente al
rallentamento delle principali economie industrializzate (Stati Uniti ed Europa), in parte dovuto ad una certa cautela nel valutare il ritorno dei mercati finanziari a condizioni di
normalità, dopo la crisi dei mutui sub-prime statunitensi. L’incertezza che caratterizza l’evoluzione del contesto internazionale incide negativamente sul clima di fiducia delle
famiglie; ciò, unito a più rigide condizioni creditizie e all’esaurimento degli effetti degli incentivi contenuti nella Finanziaria 2007, suggerisce un contenimento della spesa
per consumi delle famiglie, prevista in aumento dell’1,5% (contro l’1,8% del 2007). L’aumento della spesa per consumi delle amministrazioni pubbliche, in lieve accelerazione rispetto al 2007,
dovrebbe esser pari allo 0,8%. Tale evoluzione può trovare un supporto nello stanziamento di risorse per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego contenuto nella Finanziaria 2008.
Dovrebbero rallentare anche gli investimenti fissi lordi (2,0%) per effetto del clima di incertezza che induce ad un rinvio degli investimenti produttivi e dell’atteso ridimensionamento delle
costruzioni, dovuto al contenimento della componente di edilizia residenziale, mentre per gli investimenti in opere pubbliche si prospetta un certo miglioramento rispetto all’evoluzione
dell’anno precedente. Più o meno in linea con il 2007, infine, si dovrebbe mantenere invece la crescita dell’occupazione: 0,7% la previsione di Unioncamere a fronte dell’0,8% di
quest’anno.

Il Prodotto Interno Lordo. Nel 2008 la crescita appare trainata dal Nord, che registra un 1,5%, mentre il Centro si attesta in linea con la media nazionale (1,4%) e il Mezzogiorno vede un
aumento pari all’1,1%. A livello regionale spiccano i risultati di Friuli Venezia Giulia (1,8%), Veneto e Lombardia (1,6% entrambi), mentre le performance più deludenti interessano
Calabria (0,9%), Puglia (1,0%), Basilicata e Liguria (1,1%).
Esportazioni. L’incremento del 2,8% delle vendite di beni all’estero dovrebbe essere dettato dai più consistenti risultati del Nord Ovest ( 3,4%), seguito dal Centro ( 2,9%). Nord Est
( 2,2%) e Mezzogiorno ( 1,9%) si posizionano sotto la media. Liguria ( 6,9%), Puglia ( 4,8%), Calabria ( 4,2%) e Piemonte ( 4,1%) le «lepri» del Sistema Italia. Sul fronte opposto,
Basilicata (-1,9%), Abruzzo e Valle d’Aosta (-0,4%).
I consumi delle famiglie. Sul dato medio ( 1,5%) incide il risultato soprattutto del Mezzogiorno, dove la spesa delle famiglie è prevista in crescita dell’1,1%, e del Nord Ovest ( 1,4%).
Nord Est ( 2,0%) e Centro ( 1,7%) si posizionano sopra la media. La classifica regionale vede Veneto ( 2,1%), Emilia Romagna (2,0%) e Umbria (1,9%) ai primi posti. Molise ( 0,8%), Sardegna
( 0,9%) e Basilicata ( 1,0%) occupano invece le posizioni di retroguardia.
Investimenti fissi lordi. Dopo l’ottimo incremento del 2007 ( 3,5%), gli investimenti fissi lordi rallenteranno la loro crescita nel 2008 al 2,0%. In questo caso, il Mezzogiorno mantiene la
guida della crescita ( 2,8%), seguito dal Nord Ovest ( 2,3%). Più sensibile il rallentamento del Nord Est ( 1,4%) e del Centro ( 1,2%). Valle d’Aosta ( 5,9%), Campania ( 4,2%) e Liguria
( 3,9%) le regioni che dovrebbero registrare i maggiori incrementi. Trentino Alto Adige (0,0%), Marche ( 0,4%) e Lazio ( 0,7%) si posizionano invece in fondo alla classifica.

L’occupazione. Nel 2008 la crescita delle unità di lavoro dovrebbe risultare più intensa nel Nord Est (1,0%) e nel Nord Ovest (0,8%), più debole nel Centro (0,6%) e nel
Mezzogiorno (0,5%). Tra le regioni le performance migliori coinvolgono Friuli Venezia Giulia (1,4%), Basilicata (1,3%) e Veneto (1,2%), quelle peggiori Molise (0,2%), Umbria, Marche, Abruzzo,
Campania e Puglia (tutte 0,4%).

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