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Un farmaco anti cancro dalle cellule staminali dell’albero di tasso

Un farmaco anti cancro dalle cellule staminali dell’albero di tasso

By Redazione

E’ possibile sfruttare le cellule staminali dell’albero di Tasso per produrre, in maniera efficace ma a costi contenuti, un farmaco utile contro diversi tipi di tumori: ovaia, polmone e seno.

Questo il risultato di una ricerca dell’Università di Edimburgo (Gran Bretagna) e della Unhwa Biotech (Corea del Sud), diretta dal dottor Gary Loake e pubblicata su “Nature
Biotechnology”.

Come ammette la squadra di Loake, il farmaco in questione (il Paclitaxel) è tutt’oggi prodotto, ma usando come materia prima la corteccia dell’albero. Data la scarsità di piante
mature, tale sistema è allo stesso tempo negativo per l’ambiente e poco funzionale per l’uomo, in quanto permette di avere un composto in quantità limitate ma dal prezzo elevato.

Allora, la soluzione dei ricercatori per salvare la natura e consentire la diffusione del prodotto a prezzi modici passa per le staminali del Tasso. Secondo gli studiosi, tali cellule possono
essere riprodotte in grandi quantità e poi trasformate nel composto-base del farmaco.

A sostegno della propria tesi, il gruppo anglo-coreano ha condotto vari Test con il tasso ed altri vegetali, isolando le loro cellule staminali. In questo modo, hanno dimostrato la
fattibilità del processo ipotizzato e non solo per l’albero in questione

Conclude il dottor Loake: “Le piante sono una grande risorsa, ricordano i ricercatori e un farmaco su quattro, circa, deriva da sostanze vegetali. Le nostre scoperte potrebbero fornire un modo
pulito e sicuro per produrre a basso costo i principi attivi, e sfruttare la potenza di guarigione delle piante per il trattamento del cancro e di altre patologie”.

FONTE: Eun-Kyong Lee, Young-Woo Jin, Joong Hyun Park, Young Mi Yoo, Sun Mi Hong, Rabia Amir, Zejun Yan, Eunjung Kwon, Alistair Elfick, Simon Tomlinson, et al., “Cultured cambial
meristematic cells as a source of plant natural products”, Nature Biotechnology (24 October 2010) doi:10.1038/nbt.1693 Research

Matteo Clerici

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