Turismo di ritorno, riscoperta dei borghi natii – Progetto dentro PNRR

21 Aprile 2022
Turismo di ritorno, riscoperta dei borghi natii – Progetto dentro PNRR
Turismo è asset paese Italia – Ogni forma di Turismo va incentivata. Meglio se legata ai territori. Turismo di ritorno dedicato agli italiani all’estero ed emigrati, progetto dedicato all’anno 2023
Newsfood.com, 21 aprile 2022
Il Pnrr ha previsto un significativo intervento finanziario per far scoprire e riscoprire un “turismo del ritorno” da parte degli italiani che risiedono da anni all’estero, sono stati migranti e diventati cittadini di altri paesi, ma spesso senza dimenticare i luoghi di origine, i borghi natii di genitori e nonni, quindi con la voglia di tornare a vedere quei paesaggi e quella storia di cui l’Italia è piena. Molte regioni italiane negli ultimi 100 anni hanno visto diverse migrazioni senza ritorno. Firmato presso il Ministero degli Esteri una convenzione per portare nostri connazionali a riscoprire i luoghi di origine, dice Vignali del Maeci.
Massima sinergia dicono agli affari esteri, fra ministeri diversi, dalla cultura alla trasformazione e riqualificazione abitativa e ambientale dei borghi spopolati che possono diventare un biglietto da visita per la promozione e riscoperta delle “proprie antiche radici”. Convenzione firmata da Angelantonio Orlando a capo della unità di missione del Pnrr per conto del Mibac e da Luigi Vignali della direzione della Farnesina dedicata agli italiani all’estero. Ha preso avvio il progetto “Il turismo delle radici”, una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19, grazie al sostegno tecnico e di indirizzo fornito dal Pnrr, che si inserisce nell’investimento per l’“Attrattività dei Borghi”.
Il progetto propone un ampio raggio di offerte turistiche mirate alla vasta platea di italo-discendenti e di oriundi italiani nel mondo (stimati in circa 80 milioni). L’iniziativa è stata messa a punto da un apposito Tavolo Tecnico sul Turismo delle Radici, avviato sin dal 2018 in collaborazione con Regioni, enti locali, centri accademici e di ricerca, enti museali e biblioteche, operatori turistici e comunità di italiani all’estero. Le comunità italiane all’estero verranno così coinvolte in tutto il mondo sia nella valorizzazione della nostra offerta turistica, sia in un’articolata strategia volto a invertire il processo di depauperamento dei borghi italiani. Ritrovare le radici permetterà una riscoperta “a tutto tondo” dei luoghi di provenienza, consentendo ai visitatori di riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia. Un viaggio emozionale per riconoscere e promuovere l’elemento identitario del nostro Paese.
Da anni il ministero della cultura e dei beni culturali sta lavorando sugli antichi borghi che sono una ricchezza dei paesaggi italiani in tutte le loro forme, dimensioni, architetture con investimenti finanziari oramai di circa un miliardo di euro. Sono stati individuati in tutta Italia 229 borghi da poter riqualificare e valorizzare in modo che gli stessi ritornino di nuovo attrattivi. Il turismo italiano ha sempre puntato sulle città minori d’arte e di paesaggio perché espressione delle nostre tradizioni e perché più facilmente legate ancora a usi e costumi che il modello metropolitano non ha annacquato. Certo è che i borghi devono anche offrire servizi e strutture, alle persone, e ottime condizioni di vita, devono essere ripopolati con continuità, con regolarità e non stagionalmente.
Occorre una fruizione mirata in certi periodi e magari anche al limite della capacità, ma la frequenza stabile e la presenza diventa un presidio utile alla conservazione e al mantenimento di quelle infrastrutture ed esercizi, piccoli e grandi, che poi sono i fattori di pregio attrattivo. Ristrutturare case e borghi e strade per una frequentazione di 3 mesi all’anno non serve. Occorre un lavoro integrato, aperto, continuo fatto anche di servizi alle famiglie, ai bambini e una redittività sufficiente, altrimenti è difficile dare “vita” ai borghi abbandonati da 50-90 anni.
Da quanto detto e scritto dai due direttori generali ministeriali, appare evidente che al lavoro di ristrutturazione, riordino, ripristino che avrà un percorso autonomo e che già alcune Regioni hanno avviato, si abbina un piano di lavoro legato alla “attrazione turistica” che deve informare, spronare, stimolare, sostenere gli italiani all’estero che vogliono venire a fare un viaggio, una vacanza, una villeggiatura nella terra degli avi. Quindi ogni territorio avrà un suo programma, mentre a livello nazionale occorre prevedere una struttura che sia “informativa” e promozionale attraverso i classici strumenti dei pacchetti, delle proposte di viaggio. Su questo si sta creando una struttura nazionale provvisoriamente definita “ rete destinazione Italia” che coinvolgerà regioni, province, comuni per definire una strategia collettiva di conoscenza all’estero.
Intanto l’anno 2023 è stato definito l’anno del “turismo del ritorno” in modo da fornire in primis una motivazione e un punto di riferimento. Diventa quindi urgente stilare un progetto in grado di convincere i nostri connazionali all’estero e i loro discendenti a scoprire il patrimonio collettivo naturale paesaggistico architettonico come un modo per vivere la nostra storia e la nostra tradizione, fatta anche di piccole cose e fatti ma che rappresentano una cultura di mille e passa anni, una realtà composta anche di enogastronomia, di parenti, di dialetti, di piccole storie di famiglia.
Tantissime opportunità che vanno coordinate e per le quali si devono anche formare degli operatori del settore che preparano percorsi e viaggi, bisogna preparare i territori italiani e preparare anche gli operatori all’estero che sappiano diffondere le offerte. Occorrono dei travel seller®© o dei promoter to home®© in grado di essere veicoli di conoscenza e di business in collaborazione anche con enti locali e la ricerca universitaria.
Per questo ci vuole tempo, urge partire prima possibile. Un aspetto fondamentale è sicuramente la preparazione dell’accoglienza, del personale di accompagnamento e la pulizia-ordine delle vie e dei casolari dei luoghi di origine perché un primo arrivo di italiani-turisti soddisfatti e accontentati, possono essere dei promoter loro stessi e diventare cassa di risonanza. Per questo che gli enti locali sono fondamentali e devono essere dotati di mezzi e strumenti.
“L’obiettivo di fondo, oltre a rivitalizzare gli stessi borghi perché gli italo discendenti che riscoprono i luoghi di origine spesso vi ritornano promuovendo un turismo non episodico e diffuso sul territorio. A volte questi turisti acquistano anche casa e quindi rivitalizzano la vita dei nostri borghi che rappresentano quello che di più caro e profondo abbiamo nel nostro patrimonio culturale”, così si è espresso il consigliere De Vita della Farnesina.
Giampietro Comolli
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
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Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
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