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Trasporti aerei: Italia, calano i passeggeri negli aeroporti nel 2009

Trasporti aerei: Italia, calano i passeggeri negli aeroporti nel 2009

By Redazione

Passeggeri in calo negli aeroporti italiani nel 2009: sono stati 130.055.017 (-2,3%) rispetto ai 133.139.364 del 2008. Sono i risultati dell’intero sistema aeroportuale italiano forniti da
Assaeroporti. Quelli che hanno registrato le perdite maggiori sono gli aeroporti delle grandi città: Milano-Linate -10,5%, Milano-Malpensa -8,7%,  Napoli -5,7%, Roma-Fiumicino -4%;
con le eccezioni di Bologna 13,2% e Bergamo 10,4%.

Non va meglio per le compagnie aeree mondiali che hanno accumulato perdite per 11 miliardi di dollari, secondo quanto dichiarato dal direttore generale Iata, Giovanni Bisignani. Nel suo primo
anno di attività commerciale (è partita il 13 gennaio 2009), Alitalia ha fatto registrare perdite per 258 milioni di euro nei primi nove mesi del 2009 e chiude l’anno con 300
milioni di euro di perdite, secondo le stime dell’amministratore delegato, Rocco Sabelli. 

Tornando all’analisi dei dati 2009, l’aeroporto di Orio al Serio di Bergamo continua la sua crescita: i collegamenti hanno raggiunto un volume di 7.160.008 passeggeri ( 10,5% rispetto al 2008)
e, per la prima volta, si colloca al quarto posto dopo Fiumicino, Malpensa e Linate. E’ la lungimiranza degli amministratori verso i vettori low cost cha ha determinato il successo di Bergamo,
oltre a una sana gestione economica.

Sugli aeroporti italiani, i vettori low cost nel 2008 hanno avuto una quota di mercato del 32,64% (43.394.000 di passeggeri trasportati), mentre quelli tradizionali sono al 67,36% (89.558.000
passeggeri) con una perdita del 10,8% rispetto all’anno precedente. La crisi finanziaria prima, economica poi che ha investito tutti i settori nel mondo ha orientato le scelte dei passeggeri
che, ricorrendo ai prezzi più bassi dei biglietti aerei offerti dai vettori low cost, non hanno voluto rinunciare a volare.

La crescita esponenziale degli ultimi anni di Orio al Serio-Bergamo (la quota di mercato low cost è dell’88%!)  ha indotto anche gli altri gestori aeroportuali italiani a favorire
da qualche anno l’ingresso delle compagnie low cost con una forte accentuazione dei voli internazionali. L’avanzata dei vettori low cost è stata costante negli ultimi anni – favorita
anche da un mercato in espansione – e soltanto la miope politica di alcuni gestori aeroportuali all’inizio non ha saputo cogliere il cambiamento in atto nel trasporto aereo. Scetticismo e
avversione poi verso il nuovo modo di fare trasporto aereo sono stati due degli elementi (fra gli altri) che hanno determinato la decadenza dell’Alitalia che, avendo a disposizione una
compagnia aerea nazionale all’interno del Gruppo da riconvertire nel mercato low cost, avrebbe potuto contrastare sin da subito l’avanzata di Ryanair, Easyjet e altri vettori. Poi si sa come
è andata a finire.
Lo scetticismo di qualche anno fa si è trasformato oggi in “corteggiamento” da parte dei gestori aeroportuali per far volare i vettori low cost sui propri aeroporti, che si è
tradotto anche “con significativi contributi, perché questi prezzi bassi sono dovuti all’efficienza indiscutibile del vettore, ma anche al fatto che molti aeroporti per crescere hanno
dato contributi più o meno consentiti, che sotto una certa soglia di passeggeri è consentito incentivare l’avvio dell’aeroporto e sopra una certa soglia invece bisogna stare alle
regole del mercato” ha spiegato il presidente dell’Enac (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile), Vito Riggio, intervenendo alla trasmissione “Noveinpunto” (Radio 24) del 29 dicembre
2009.            

In questo contesto di successo dei vettori low cost, si è inserita la provocazione alla vigilia di Natale di Ryanair, che aveva annunciato la cessazione temporanea “delle rotte
domestiche da/per le 10 basi italiane a partire da sabato 23 gennaio 2010, in seguito all’ingiunzione sollevata da Ryanair contro le ordinanze dell’ENAC che obbligano Ryanair ad accettare
svariate e non sicure forme di identificazione per i passeggeri che viaggiano sulle rotte domestiche di Ryanair, anche se questi documenti di identità sono costituiti da niente
più che licenze di pesca”. Una provocazione – rientrata dopo l’incontro con l’Enac del 7 gennaio – che si era aggiunta alle altre come quelle di far pagare l’uso delle toilette di bordo
e l’introduzione di una sovrattassa per i grassoni. Del resto risulta difficile da parte di molti aeroporti italiani rinunciare all’efficienza e all’importanza di Ryanair: nel 2009 ha
trasportato lungo le sue numerose rotte europee più di 65 milioni di passeggeri, con un incremento di oltre 7 milioni di passeggeri ( 13% rispetto al traffico del 2008). Oramai è
una realtà temibile anche per i vettori tradizionali che volano in tutto il mondo (Lufthansa, Air France-KLM, British ed altri), mentre Ryanair non vola sulle rotte
intercontinentali. 

Enzo Di Giacomo
Si Ringrazia Turismoefinanza.it per la gentile collaborazione

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