Puglia: una Terra vestita di rosa, l’ultima fatica letteraria di Peppino Baldassarre

11 Luglio 2014

LA PUGLIA, UNA TERRA VESTITA DI ROSA
Viaggio nel tacco italiano alla scoperta del variegato mondo dei vini rosè
‘Una Terra vestita di rosa’ è l’ultima fatica letteraria dell’instancabile Peppino Baldassarre, presentata al Vinitaly presso il padiglione Puglia.
L’obiettivo dell’opera è di creare un punto di riferimento, sinora assente, nel variegato mondo dei vini rosati, sia fermi che con le bollicine.
Il lettore viene guidato nell’esplorazione di un settore in evoluzione, in controtendenza, esaminando i vari aspetti: mercati, vitigni e abbinamenti con le eccellenze regionali, nazionali ed estere.
E’ un racconto non solo analitico, ma soprattutto emozionale, di vini e vignaioli patrimonio di un territorio.
“Le proiezioni effettuate in base alle tendenze di mercato – sottolinea Baldassarre – dicono che si tratta di un fenomeno di crescita non fugace, né casuale, ma destinato a svilupparsi e a durare. Le tendenze positive in atto offrono interessanti opportunità, ma bisogna essere attenti, rapidi e coordinati nel cogliere le domande e le esigenze dei consumatori per poter offrire risposte mirate e aggiornate”.
A prima vista, sembra una strada tutta in discesa, dove business e qualità possono coesistere e andare di pari passo.
La Puglia è una terra con la vocazione per i rosati, ma non l’unica, si producono in quasi ogni angolo del pianeta, in Provenza e nella Valle del Rodano i produttori si distinguono dagli altri per la capacità di comunicare l’identità e la qualità dei loro vini.
Dalla lettura emergono alcuni dati interessanti: la Francia è il primo produttore mondiale, ma non riesce a soddisfare la domanda interna, seguono a ruota nei consumi: Usa, Germania, Gran Bretagna e l’Italia.
Il nostro, è il primo paese esportatore, nota dolente il commercio non è particolarmente remunerativo, il prezzo medio è piuttosto basso.
I consumi del rosè, seppur inferiori rispetto ai bianchi e ai rossi, sono quelli più in crescita a livello mondiale ed europeo.

Perché scegliere un rosè pugliese, il ruolo dei nostri vini sarà semplicemente quello di colmare le fette di mercato lasciate libere dai concorrenti?
“I rosati pugliesi – precisa l’autore – sono simili fra loro, ma anche tanto diversi per storia, geografia, tradizioni, uve impiegate e caratteristiche sensoriali dei vini.
Salento, arco Jonico- Tarantino, Murgia, Castel del Monte e Capitanata generano espressioni differenti del rosato pugliese.
Tali diversità vanno sapientemente ancora meglio definite e valorizzate, sicché nel consumatore più esigente sia evidente la percezione che il vino proviene da una zona precisa e ne porta in un certo senso i tratti riconoscibili.”
La strada per il successo va cercata nella definizione della propria identità e nel continuo confronto con altre realtà, regionali ed estere.
Il rosè è un vino versatile, fragrante, elegante che ben si abbina ai piatti della tradizione pugliese e non solo.
La gamma delle uve utilizzate è ampia, spazia dalle tipologie autoctone (negroamaro, primitivo, nero di troia, aglianico, aleatico, bombino nero, malvasia nera, montepulciano, ottavianello e susumaniello), a quelle alloctone (cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, pinot nero e sirah).

La promozione deve essere associata al territorio per creare un connubio inscindibile e imprescindibile, valorizzando le tipologie autoctone e il fascino di una regione capace di ammaliare il resto del mondo.
L’autore, medico geriatra di professione, ha da sempre una passione innata per la cultura e le tradizioni enogastronomiche della sua terra, da qui la scelta di intraprendere un percorso di studi che lo ha portato a divenire prima sommelier e in seguito relatore dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier).
Annalucia Galeone
Newsfood.com