Terni: l'acqua un bene primario gestito da mano pubblica
6 Novembre 2007
TERNI – Avviata la discussione in Consiglio provinciale su una mozione a sostegno della proposta popolare per la tutela, il governo, la gestione pubblica delle acque e disposizioni per
la ripubblicizzazione del servizio idrico, il dibattito è stato introdotto dal Consigliere Roberto Forbicioni (Capogruppo del Gruppo Misto-Sinistra Democratico), presentatore
della mozione, che ha tenuto a sottolineare l’importanza del bene acqua “un bene comune dell’umanità -ha detto- un bene irrinunciabile che appartiene a tutti noi e che non
può essere di proprietà di nessuno”.
Questa premessa gli ha consentito di ribadire la necessità di far riconoscere l’accesso all’acqua come diritto umano universale e contrastare le decisioni dei governi che perseguono
l’inserimento dei servizi idrici fra quelli oggetto di negoziati per la loro liberalizzazione. “L’acqua non è una merce -ha proseguito Forbicioni- e tanto meno lo sono i
servizi idrici. Occorre sancire con forza il principio secondo cui l’acqua è e deve rimanere pubblica nella proprietà e nella gestione, contrastando tentazioni privatistiche. Di
qui l’esigenza di aderire alla proposta di legge, che ha già raccolto l’adesione di 400 mila cittadini, e chiedere ai Presidenti di Camera e Senato di calendarizzare la discussione su
questo importante tema”. Entrando, poi, nell’articolato della proposta, lo stesso Consigliere ha sottolineato l’importanza di una richiesta finalizzata a “garantire un quantitativo
minimo giornaliero gratuito pari a 50 litri a persona, coperto dalla fiscalità generale”. Il Capogruppo dei DS, Roberto Montagnoli, evidenziando l’opportunità di
approfondire l’argomento in Commissione per giungere ad un documento il più condiviso possibile che eviti la confusione tra proprietà pubblica e gestione. “Nell’esperienza
ternana il 75% della gestione è in mano pubblica -ha detto fra l’altro- e la stessa determinazione della tariffa è di emanazione pubblica. Quello idrico non può
essere un servizio solo di rilevanza economica per la molteplicità degli aspetti sociali che coinvolge. Nostro compito è capire come poter sostenere la proposta di legge
coerentemente con quanto il Parlamento sta discutendo”.
Nel dibattito è intervenuto, poi, il Presidente della Provincia, Andrea Cavicchioli, che ha esordito affermando che “l’acqua è il bene pubblico per eccellenza”.
Ricollegandosi alla cosiddetta “legge Galli”, lo stesso Presidente ha sostenuto che “la sua intuizione originaria va mantenuta, evitando la parcellizzazione del servizio e garantendo
l’equilibrio della gestione e degli investimenti con il meccanismo tariffario e con interventi della fiscalità generale per le principali infrastrutture. Sono state individuate risposte
gestionali specifiche che non hanno nulla a che vedere con la gestione privatistica dell’acqua, ma comportano esclusivamente la partecipazione minoritaria dei privati ed un controllo pubblico
rilevante delle società preposte. Ora occorre comprendere come rimodellare questo sistema e, eventualmente, capire perché per alcuni aspetti non ha funzionato. Ci sono troppi
organismi -ha concluso Cavicchioli- che intervengono nel settore, per il quale va prevista una razionalizzazione, individuando la Provincia come Ente di controllo e programmazione e
titolare delle competenze di area vasta”.
Sulla necessità di snellire il sistema endoregionale si è soffermato anche il Presidente del Consiglio provinciale, Giuseppe Ricci (Gruppo Misto-Sin.Dem.), il quale ha
sostenuto che “il Consiglio deve approfondire l’argomento e produrre un atto d’indirizzo in materia. In alcune occasioni -ha proseguito- la rappresentanza pubblica all’interno di
questi organismi di gestione si è divisa su atti fondamentali, compromettendo la sua prevalenza rispetto al privato. Il sistema, come ha affermato recentemente il sindacato di categoria,
evidenzia alcune criticità sull’efficienza del servizio, sui costi del personale e su situazioni di dubbia legittimità. Compito della Provincia è verificare il rispetto
della composizione degli organismi e la qualità della gestione”. Nella replica il Consigliere Forbicioni ha detto che “occorre distinguere le questioni di principio, quelle
cioè contenute nella proposta di legge, dai necessari approfondimenti sulla situazione nel nostro territorio. In ogni caso convengo sulla opportunità di esaminare la materia in
sede di Commissione consiliare competente”. Sulla base di queste considerazioni l’argomento resterà iscritto all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio in attesa di un atto
d’indirizzo della Commissione o della Conferenza dei Capigruppo.