Storace: “Fini, lascia la fiamma!”
12 Novembre 2007
“Vi ricordo che quando si vuole apparire moderati a tutti i costi, si rischia di apparire modesti”, con queste parole l’onorevole Daniela Santanchè ha annunciato davanti ad una platea
festante il suo ingresso ne La Destra di Francesco Storace, sancendo definitivamente il suo addio ad An ed al suo leader, Gianfranco Fini, verso il quale non ha lesinato parole amare.
D’altra parte il partito di Storace, di cui la Santanchè è diventata portavoce, raccoglie la desta più estrema che non si ritrova nella politica della Cdl, nelle parole di
chi, con “un’andatura confusa e senza progetto” è ormai troppo impegnato ad “inseguire incomprensibili fughe in avanti alla ricerca di chissà quale “centro” della sua azione
politica”.
La Santanchè nel suo lungo discorso si è detta orgogliosa di rappresentare chi “non ha bisogno di fingere di essere di centro per farsi perdonare di essere di destra” e, dopo aver
elegiacamente sottolineato l’importanza di “tornare a parlare di Dio, Patria e Famiglia”, è tornata con i piedi per terra, affermando: “Noi non siamo un partito moderato, siamo un
partito incazzato e con la bava alla bocca, che non darà tregua a chi tradisce i propri valori”.
“Sono qui – ha continuato – anche perché non potevo più subire le posizioni di chi, per legittimarsi agli occhi della comunità finanziaria-mediatica, arriva a giudicare il
ventennio fascista addirittura come “IL male assoluto”: è giusto lasciare la casa del padre, ma non per bombardarla e per incassare un inutile e falso applauso da chi non ha nessun
titolo per legittimare alcunché”.
Insomma, i riferimenti a Fini ed An non sono stati esattamente velati: “An sta perdendo l’anima, per rispondere alle legittime ambizioni del suo capo ma non del suo popolo – ha tuonato la nuova
portavoce de La Destra – An si sta perdendo nel tentativo di posizionarsi al centro e apparire politically correct”.
E ancora le delusioni, i tradimenti da parte di un partito e di amici che l’hanno lasciata sola, mentre con Storace “si sente a casa” e pensa alle madri che negli anni ’70 attendevano i loro
figli alla finestra e che non sempre li vedevano tornare.
Il colpo finale ad An, poi, è arrivato da Storace, che ha “invitato Fini a lasciare la fiamma, simbolo del Msi: “Se tanto freme dalla voglia di entrare nel Ppe, perché pretende di
tenersi ancora il simbolo del Msi? – ha sbottato – Che c’entra quella gloriosa storia con i salotti e il politicamente corretto? Fini lasci dunque la fiamma a ‘La Destra’, che oggi apre le
finestre e cambia aria, rifiuta la convenienza perché sceglie la convinzione”.