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Bresso a metà mandato, Forza Italia: «tre piemontesi su quattro la conoscono, solo uno la voterebbe»

By Redazione

Torino – Trenta mesi di Giunta Bresso hanno reso il Piemonte la Regione più indebitata d’Italia, sono diminuiti gli investimenti e le prospettive post-Olimpiadi sono svanite,
tuttavia all’orizzonte c’è di peggio: ovvero altrettanti mesi con un governo regionale sempre più immobilista e una maggioranza sempre più divisa. E’ questa la radiografia
di metà legislatura, presentata oggi a Torino nel corso di una conferenza stampa, dal Gruppo regionale di Forza Italia. E accompagnata da un sondaggio che conferma il giudizio negativo
dei cittadini piemontesi sulle attività della Giunta Bresso. All’incontro sono intervenuti l’on. Guido Crosetto, coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Enzo Ghigo, Angelo
Burzi, capogruppo regionale, il vice presidente del Consiglio regionale Gilberto Pichetto e i consiglieri Mariangela Cotto, Ugo Cavallera, Caterina Ferrero, Giampiero Leo e Luca Pedrale.

“Dal 2005 a oggi l’economia del Piemonte è cresciuta – commentano Guido Crosetto e Angelo Burzi – al traino della ripresa internazionale. Ma Bresso non ha fatto nulla per
sostenere questa crescita e ora, che è già cominciato il rallentamento, le prospettive appaiono più difficili. Senza investimenti, senza aver completato la rete di grandi
collegamenti, senza aver coltivato le strategie di diversificazione economica del precedente decennio, il Piemonte si troverà disarmato quando il ciclo economico cambierà segno”.

Una percezione di disimpegno della Regione che è condivisa dai cittadini piemontesi, secondo il sondaggio effettuato nei giorni scorsi. In particolare solo il 23,62 % degli intervistati
ritiene che la Giunta Bresso abbia fatto bene nelle politiche in materia di sanità, occupazione, trasporti e sicurezza, contro un 40,5 % che ne dà un giudizio negativo. Sulla
figura della presidente, se il 73,98 % del campione mostra di conoscerla, avendola vista in tv o sui giornali, solo il 24,68 % la voterebbe nuovamente, contro un 31,02 % che non la vorrebbe
più.

“Tre piemontesi su quattro – osservano Crosetto e Burzi – conoscono la Bresso, e questo è il risultato della potente macchina propagandistica messa a punto da piazza
Castello, con una spesa pubblica di 25 milioni all’anno. Ma solo uno su quattro le darebbe il proprio voto. Rispetto ai risultati del 2005, quando Bresso prese 1.234.000 voti su un totale di
3.651.000 elettori, oggi avrebbe 900.000 voti, avendone persi per strada 330.000. In una sfida bipolare, prenderebbe il 44,3 contro il 50,8 % del 2005″.

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Ecco i principali rilievi che Forza Italia muove alla Giunta, in tutti gli ambiti dell’attività amministrativa.

Rapporti istituzionali. La presidente si dedica con ossessione alla cura della propria immagine, destinando alla propaganda 25 milioni di euro all’anno. Ha dato il via al
progetto Tele-Bresso sulle emittenti private, e si è circondata di fiduciari e consulenti: gli incarichi assegnati sono oltre 400, con una spesa di 13 milioni di euro.

I rapporti con il Consiglio sono all’insegna dell’insofferenza e del sistematico scavalcamento. Con delibera di Giunta si approvano le intese con le altre Regioni, riservate alla
legge regionale.

Ogni famiglia piemontese ha un debito dovuto alla Regione di 1.981 euro, il più alto d’Italia, il doppio del Veneto. Con Bresso i debiti sono raddoppiati, mentre le spese
d’investimento sono scese da 450 euro pro-capite a 402, e le spese correnti sono passate da 1.866 a 2.054 euro. Il capolavoro è stata l’obbligazione da 1.800 milioni di durata
trentennale. Entro il 2010 la Regione avrà restituito solo il 2,8 % del debito, il restante 97,2 % sarà a carico dei successori e dei nipoti.

Attività economiche. La Giunta non ha mai dato attuazione al Testo Unico dell’Industria, approvato nella precedente legislatura. Finpiemonte è stata di
fatto “irizzata”, riducendo la sinergia tra pubblico e privato. Infine, il “Patto per lo sviluppo del  Piemonte“, è scomparso: i sindacati da tempo ne piangono inutilmente la
perdita.

E’ stata approvata la legge sulla ricerca, già messa a punto dalla precedente Giunta, ma l’attuazione è molto carente: 18 mesi per assegnare 32 milioni, finanziando solo il
40 % delle domande ammissibili. A distanza di un anno e mezzo dal varo della legge sull’internazionalizzazione non è ancora pienamente operativo il nuovo Centro Estero. Il
finto blocco delle licenze per i centri commerciali, ha provocato un aumento di richieste, e la conseguente autorizzazione di oltre mezzo milione di metriquadri di grande
distribuzione.

L’eredità olimpica è stata gestita nel peggior modo possibile, ritardando la creazione della Fondazione Post-olimpica. Nel 2006 i flussi turistici in Piemonte hanno
fatto registrare un aumento di un misero più 0,73 % del totale, meno 16 % nelle valli olimpiche.

Difficilmente i nuovi bandi del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 potranno essere aperti entro la fine dell’anno. La Giunta è ferma anche nella valorizzazione dei vini rossi,
mentre per il latte ha svolto un ruolo debole e confuso.

Sulla caccia, l’assessore è riuscito a mettere d’accordo cacciatori e ambientalisti, entrambi critici verso la Giunta. Nel 2006 la vicenda caprioli è diventata un caso nazionale,
con una manifestazione di duemila cacciatori davanti a palazzo Lascaris.

Servizi al cittadino. Da pochi giorni è in vigore il nuovo Piano sociosanitario, frutto di una filosofia dirigista e “statalista”. Accorpa le Asl in modo meccanico,
l’ospedale è residuale rispetto al territorio, trascurate le tecnologie. Le liste d’attesa non sono diminuite e i ticket ci sono ancora, tranne che per i farmaci generici,
che rappresentano meno del 10 % del consumo. 

In campo socio-assistenziale non c’è stato il riordino delle Ipab, e non è si è data attuazione alla delibera sulla libertà di scelta per gli anziani nelle
case di cura. Bresso aveva promesso più asili nido? Per il triennio 2007/2009 ha assegnato 14,5 milioni di euro, la stessa cifra del triennio 2003/2005, ma i bambini sono
il 7 % in più.

La maggioranza ha inutilmente cercato di far saltare la legge sui buoni scuola ma non c’è riuscita. Per cui cerca di limitarla con procedure farraginose e riducendo gli
stanziamenti. Con ritardo è stata approvata la legge per l’apprendistato, ma è inservibile perché prevede ben 16 rinvii a provvedimenti di Giunta.

In campo culturale hanno chiuso i battenti la Fondazione per la fotografia, il circuito regionale del Teatro Stabile, il Festival del cinema delle donne. Scomparse del tutto le politiche
per il mondo giovanile. Il Comitato per Torino 2011 è stato varato anch’esso in ritardo, mentre il governo Prodi ha più che dimezzato i fondi per organizzare
l’evento.

Continuano i pesanti disservizi sui treni regionali, compensati con un bonus pari al prezzo di un caffè a settimana. Nel frattempo gli abbonamenti sono aumentati del 16 %.

Territorio. La telenovela della Torino-Lione è ben lontana da una soluzione, con il finanziamento Ue in forse, e i movimenti No-Tav sempre più irriducibili.
Dopo trent’anni, la sinistra si è finalmente convinta che la legge urbanistica va cambiata, ma le proposte non vanno certo nel senso di semplificare e snellire. E’ stato varato un
piano casa per 10mila alloggi, le richieste sono 40.000.

Il problema delle emissioni in atmosfera è stato affrontato in modo confuso e soltanto sul fronte dei divieti, con blocchi delle auto, che hanno provocato disagi e proteste. Sul
ciclo dei rifiuti, è quasi emergenza in Provincia di Torino, con le discariche esaurite e ritardi nella costruzione dell’inceneritore del Gerbido. Il Piano di tutela delle
acque non individua gli invasi da realizzare.

Il testo unico dei lavori pubblici non è mai stato approvato. E’ stata invece varata la società di committenza regionale per mettere insieme Ares e Agenzia Torino
2006: un centro di potere di grandissimo rilievo e delicatezza, su cui l’opposizione intende vigilare.

Nel giugno 2007 è stata approvata una legge per i piccoli Comuni, con 3 milioni di euro che, divisi per gli oltre mille centri minori, sono meno di 3.000 euro per ente.

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