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Cicchitto: «Berlusconi non sogna spallate osserva realtà»

By Redazione

Roma – «Berlusconi non sogna spallate, ma si limita a mettere in evidenza la dura realtà che determinerà la caduta del governo Prodi e la fine anticipata di questa
legislatura» lo afferma Fabrizio Cicchitto di Forza Italia, secondo cui «in questo quadro ha ragione Casini nel sostenere che occorre per la Cdl un solido programma e una ‘ipotesi
credibile di governo.

Del resto Forza Italia ha da tempo indicato la necessità di elaborare un programma comune con tutti i partiti del centro-destra». «Il ministro Chiti, che evidentemente e’ un
po’ distratto, non si e’ accorto – prosegue – che ieri si e’ svolto a Roma un corteo organizzato da una parte significativa della maggioranza contro il ‘Protocollo’ tra governo e parti sociali
mentre i riformisti del centrosinistra insieme a quelli del centro-destra erano riuniti per difendere la legge Biagi. Inoltre egli non si accorge nemmeno del fatto che il prestigio
internazionale di Prodi e’ ormai ridottissimo e che nel Paese la sua impopolarità ha raggiunto livelli così alti da provocare ondate di antipolitica».

Napoli – «Il patrono della dietrologia italiana, Eugenio Scalari, si risparmi le congetture ridicole sui senatori da acquistare. Nessuno compra senatori. E’ il presidente del
Consiglio, semmai, con i suoi equilibrismi fumosi a ‘svendere’ la maggioranza che lo sostiene. Prodi cade per ragioni politiche e non per un complotto da nessuno mai ordito. Il suo e’ un
fallimento politico e personale. E la vicenda del welfare equivale alla campanella dell’ultimo giro di pista. Al traguardo ci sono soltanto elezioni». Lo ha affermato Osvaldo Napoli,
deputato di Forza Italia:

«Dopo il corteo di sabato, la sinistra radicale non può fare marcia indietro e Prodi non può fare marcia avanti. E’ una condizione di stallo dalla quale nessuno dei
protagonisti può uscire senza perdere la faccia». «La prova di forza, peraltro riuscita, offerta dal corteo costringe la sinistra -aggiunge- a monetizzare quel successo sul
piano parlamentare, apportando modifiche al protocollo sul welfare. Bertinotti e Diliberto non potrebbero accettare di votare quel provvedimento senza modifiche: sarebbe la loro fine politica.
Se Prodi si piega ai diktat della sinistra, deve mettere in conto il voto contrario delle componenti moderate della sua maggioranza».

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