Sovranità alimentare, cosa è realmente, quale sfida e strategia dei ministri del Governo Meloni? … by Giampietro Comolli

26 Dicembre 2022
Governo Meloni fra agroalimentare ed enogastronomico, sfida e strategia
Sovranità alimentare, cosa è realmente; dalle critiche preventive e presunte ai fatti e misure reali che devono arrivare; differenza fra sovranità e sovranismo… nessun colore politico ma difesa del made in italy
Pensierino di Natale di Giampietro Comolli
Fra l’agroalimentare e l’enogastronomico, quale sfida e strategia dei ministri del Governo?
Meloni e la presunta o reale sovranità agroalimentare di sinistra?
Giampietro Comolli
Premetto subito: non ho votato il governo Meloni, sono un ex giovane cristiano democratico, fautore politicamente dei primi governi di centro-sinistra, fan di Berlinguer, di Mattarella e di Pertini, ho creduto in un Ulivo. Figlio di un comandante partigiano pluridecorato, nipote di un internato in Germania, pronipote di un ingegnere ferroviario sindacalista dopo la metà dell’800 nella Firenze capitale del Regno, di un fisico nucleare come Edoardo Amaldi e procugino di Enrico Fermi, sempre da parte di padre. Sono nato in un campo della pianura padana, sono 65 anni che mi piace mettere la mani nella terra, nell’orto, in cucina nel piatto e nel bicchiere.
Oggi non mi sento defraudato, colpito, offeso dalla nuova intestazione del ministero dell’agricoltura e della “sovranità alimentare”, purchè lo si pratichi concretamente e non diventi un sovranismo. “ismo” nella lingua italiana è un suffisso sempre negativo.
L’Italia agricola per natura, storia, tradizione valore economico (oggi vuol dire fra diretto e indiretto 240 miliardi di euro l’anno) ha addirittura abolito il ministero nel 1997, spogliato di gran parte delle deleghe a favore delle regioni e fatto rientrare dalla finestra come politica agricola: nessuno si è scandalizzato e ha gridato “ al lupo al lupo”, se non pochi come me.
Io lo vedo più come una scommessa, un obiettivo, una meta che deve svolgersi, nei fatti ripeto, nell’arco di 5 anni, altrimenti sarebbe un autogoal che costerebbe molto caro al Governo Meloni oppure una velinata o lenzuolata di passata memoria che ha prodotto più incertezze e debiti da parte degli utenti poichè nel mercato libero vince sicuramente il più forte in mezzi e in quantità. Peggio è se le critiche cadute da una parte ben precisa dell’opinione pubblica e della carta stampata volesse essere un mettere le mani avanti perché qualcun altro non ci ha pensato prima!
Oppure qualcuno teme che sia un danno? Un danno credere che l’Italia debba essere “responsabile” di una politica alimentare che tuteli, difenda, sostenga, promuova un modello produttivo e una qualità super-certificata? Penso agli oltre 11 controlli che ha un solo litro di vino Docg e Doc in Italia dal vitigno alla tavola, rispetto anche ad altri paesi produttori europei come la Francia o l’Austria. L’Italia non può dichiarare pubblicamente che punta ad un modello di produzione alimentare secondo regole “proprie”, sostenibili e artigianali, qualitative e tracciabili, certificate e garantite? Spero solo che il tutto sia trasformato in fatti, perché non è una scelta negativa e controproducente come sostiene qualcuno.
Giampietro Comolli
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
Mob +393496575297
Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
Curatore Rubrica Assaggi in libertà
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