Sei consapevole di che pesce mangi? Potresti salvare un delfino dal massacro!

4 Giugno 2010
Il 1° Giugno c’ è stata l’ inaugurazione di Cinema Ambiente un festival di cortometraggi e documentari che trattano temi ambientali ed etici. Il film inaugurale è stato “The
Cove” che ha vinto il premio Oscar come miglior documentario del 2010, un opera che consiglio vivamente a tutti per iniziare a porsi delle domande e riflettere sui nostri consumi, le abitudini
e il potere politico. Il Covo è la documentazione di un gruppo di attivisti capitanati da Richard O’Barry, l’ attore e addestratore del famoso delfino Flipper, che smaschera il massacro
dei delfini a Tajii in Giappone.
Anche se le due domande del titolo non sembrano correlate in verità lo sono. Le scelte che noi facciamo ogni giorno su cosa mangiamo hanno un effetto su specie animali come i delfini.
Molte persone non sono consapevoli di cosa mangiano e perchè lo mangiano, e in una società consumistica e della comunicazione molti bisogni sono effimeri ed indotti da una
comunicazione sempre più invasiva sulle nostre vite. La quantità e il consumo di alcuni alimenti quali il pesce è aumentato notevolmente nell’ ultimo secolo portando il
pesce ad essere quasi il 70% del consumo totale di proteine.
La velocità e la voracità con cui i pesci vengono pescati sta creando enormi danni ai fondali marini e alla sopravvivenza stessa delle specie. La catena alimentare è
fondata su degli equilibri naturali in cui ci sono predatori e prede a vari livelli del sistema ma se questi equilibri non vengono rispettati dal capo della catena che è l’ uomo il ciclo
potrebbe esaurirsi.
Perchè quando andiamo al supermercato compriamo solo una decina di tipi di pesci più commerciali (come il tonno anche in via di estinzione) e non compriamo pesci meno nobili ma
anche più salutari come lo sgombro? Probabilmente per abitudini e condizionamenti mediatici e commerciali che da generazioni influenzano le nostre scelte.
La richiesta di carne di delfino è modesta, allora perchè ogni anno vengono massacrati più di 20.000 delfini solo in Giappone? Perchè la carne di delfino viene
venduta come carne di balena, un altro mammifero che è molto apprezzato e richiesto in Asia.
Le balene sono state decimate nel passato e diversi tipi di balene sono estinte, ma finalmente negli anni 70 grazie a battaglie di attivisti si è riuscito a ridurre la loro caccia. Tutto
questo è possibile grazie alle sovvenzioni e alla copertura politica di cui godono i pescatori di Tajii gia tristemente noti per il massacro delle balene.
I protagonisti di The Cove hanno investigato e registrato in segreto per cinque anni cosa succede veramente in Giappone. Purtroppo già nel passato dal 1600 in diverse città
peschiere del Giappone sono stati sterminati migliaia di delfini e il fluente flusso di questi mammiferi è molto diminuito se non scomparso del tutto in molte zone costiere giapponesi.
Le fotografie storiche mostrano distese di spiagge coperte di delfini ammazzati e le sabbie delle spiagge colorare di rosso sangue.
Ma nonostante la drastica diminuzione di questo intelligente e virtuoso mammifero la pesca soprattutto a Tajii continua imperterrita. Dalle immagini si nota una sorta di soddisfazione sadistica
da parte dei pescatori nel massacrare e vedere centinaia di mammiferi morti.
In aggiunta c’è un altro elemento che caratterizza il commercio e aumenta enormemente il valore commerciale dei delfini.
Grazie sfortunatamente alla fortunata serie televisiva Flipper i delfini hanno avuto fama in tutto il mondo e il pubblico ha avuto sempre più interesse per questi piccoli cetacei. Quindi
sono nati acquari negli Stati Uniti che avevano come maggior attrazione spettacoli con i delfini creando un florido settore che vale milioni di dollari.
Oggi un delfino con speciali caratteristiche adatto per l’ addestramento può valere fino a $ 130.000 e proprio da Tajii partono i delfini destinati agli acquari internazionali.
Quindi i delfini più fortunati che passano per Tajii e non sono massacrati possono sperare di essere venduti e diventare un “pezzo da museo” in un acquario.
Richard O’ Barry si sente in parte responsabile per aver reso popolari i delfini e dopo la morte di Flipper per depressione, ha avuto una reazione consapevole giurando di non lasciare
più che i delfini vivano in cattività in una vasca.
L’ elemento più sorprendente di questa vicenda è l’ ironia che la carne di delfino è dannosa per la salute. La carne di delfino presente in Giappone è contaminata
dal mercurio uno dei più pericolosi metalli per il nostro organismo.
Questo fatto non era noto all’ opinione pubblica in Giappone e il governo aveva già istituito i programmi pranzo per le scuole pubbliche con carne di delfino, ma nel 2006 quando si
è verificato ufficialmente che il livello di mercurio riscontrato nei delfini è 10 volte superiore al limite consentito dal Ministero della Sanità Giapponese i programmi
alimentari sono stati rivisti. La carne di delfino è ancora in commercio in Giappone ma sulle etichette non c’è avvertimento sui livelli di mercurio e i danni che può
provocare alla salute. Si può facilmente immaginare che se ci fossero queste avvertenze il commercio di carne di delfino sparirebbe rapidamente costringendo i pescatori di Tajii a
pescare altri pesci.
Nonostante gli attivisti abbiano cercato di trattare con i pescatori offrendogli un sussidio che gli permetta di guadagnare lo stesso di quello che fanno con il commercio di delfini, a
condizione che non pratichino più la mattanza dei delfini sulle rive del covo di Tajii, egoisticamente i pescatori hanno ripudiato questa offerta, e preferiscono continuare con lo
sterminio e mangiare carni di delfino tossiche al mercurio.
Grazie a Richard O’ Berry e gli attivisti della Ocean Society il mondo sa che cosa succede veramente con il commercio di delfini e non possiamo più ignorare che un’ altra specie sparisca
dalla terra per l’ attività umana. Essendo consapevoli di che alimenti mangiamo possiamo fare molto per preservare l’ ecosistema.
Gli attivisti non sono fanatici ma persone come noi che per un puro caso hanno preso a cuore una causa. Tutti possiamo essere attivisti o passivisti in un certo senso scegliendo
consapevolmente.
Come dice Richard O’Berry se non riusciamo a fermare lo sterminio dei delfini in Giappone come riusciremo ad affrontare problemi ancora più grandi? Se vuoi saperne di più su
questo tema e come supportare questa causa visita http://www.takepart.com/thecove
Andrea Scappini
Redazione NEWSFOOD.com+ Web TV