Scuola: cresce il numero degli alunni non italiani
24 Ottobre 2007
Roma – E’ iniziata il 23 ottobre e si conclude oggi la Conferenza Internazionale sulle azioni positive per favorire l’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole, che negli ultimi
10 anni sono aumentati a livello esponenziale, il ministero dell’istruzione, infatti, ha sottolineato che nel 1997/1998 appena lo 0,8% degli alunni non era italiano, mentre nel 2006/2007 la
percentuale è salita al 5,6% e che la crescita degli ultimi anni si è concentrata per la maggior parte nell’istruzione secondaria di secondo grado (102829 alunni, di cui circa
l’80% in istituti tecnici e professionali).
La presenza degli alunni immigrati, oltre a non essere omogenea sul territorio (il 90% frequenta le scuole del Centro Nord), si concentra ulteriormente in alcuni istituti: in 888 istituzioni
scolastiche, infatti, si supera il 20% di presenze di alunni stranieri, mentre in 89 si supera il 40% (localizzate per lo più nelle province di Milano, Torino, Bolzano, Roma ,
Brescia).
Un altro fattore determinante è la molteplicità dei Paesi di provenienza: il Ministero ha reso noto che nelle scuole italiane sono presenti 192 nazioni su 194 (mancano solo
Lesotho e Vanuatu), con una maggiore incidenza di alunni albanesi (15,5%), rumeni (13,6%) e marocchini (13,5%), che da soli raggiungono il 42,6% del totale.
Considerando questi dati, risulta evidente la complessità che deriva dalla necessità di amalgamare culture e tradizioni diverse, cercando una via all’integrazione che possa
favorire l’inserimento senza penalizzare gli elementi caratterizzanti di ciascun popolo. A tal fine l’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione
interculturale ha elaborato un documento dal titolo “La via italiana alla scuola interculturale”, che illustra gli obiettivi da raggiungere e le modalità da seguire.
Per assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola, infatti, è necessario avviare un’azione sinergica tra le competenze degli insegnanti, la
creatività delle autonomie scolastiche e la collaborazione con gli Enti Locali per realizzare:
– iniziative volte a dotare le scuole di docenti dedicati in maniera continuativa e flessibile all’insegnamento dell’italiano nei territori a maggior concentrazione di alunni stranieri,
soprattutto per gli alunni di recente immigrazione;
– un piano formativo per i dirigenti scolastici degli istituti dov’è maggiore la concentrazione degli alunni stranieri, per promuovere la capacità di rapportarsi con la
complessità sociale del territorio ed a costruire patti ed intese tra scuole ed enti locali;
– un’intesa sperimentale tra il ministero italiano della pubblica istruzione e il ministero dell’educazione e della ricerca di Romania per l’introduzione di lingua e cultura romena nelle scuole
dove è maggiore la presenza di romeni;
– un “patto educativo di territorio” d’intesa con gli Enti Locali e con la conferenza Stato – Regioni per evitare fenomeni di concentrazione in alcune scuole.