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Sabbioncello, inaugurato il ponte fatto dai cinesi che unisce territorialmente la Repubblica di Croazia e l’Europa

Sabbioncello, inaugurato il ponte fatto dai cinesi che unisce territorialmente la Repubblica di Croazia e l’Europa

By MaurizioCeccaioni

Sabbioncello, dopo 10 anni di lavori e 300 anni di attesa, la Croazia si è riunita territorialmente attraverso un ponte

di Maurizio Ceccaioni

Ci sono voluti oltre dieci anni, ma alla fine la Croazia si è riunita territorialmente attraverso un ponte, quello di Sabbioncello (Pelješac), che superando un braccio di mare di 2140 metri, collega il villaggio di Komarna sulla terraferma e il paesino di Brijesta sulla penisola. Un nuovo tracciato stradale che per ora, in qualche modo allontanata la Bosnia-Erzegovina dalle sue ambizioni Ue, evitando il passaggio obbligato di Neum.

La penisola di Sabbioncello (Pelješac), nell’estremo sud della Dalmazia tra Bosnia-Erzegovina e Montenegro, è una lunga e stretta striscia di terra di 342 kmq con oltre 8mila abitanti, che per i 70 km della sua lunghezza si protende nell’Adriatico in parallelo alla costa. È affiancata dall’isola di Korkula (Curzola), altra perla dell’Adriatico, molto frequentata per le sue bellezze e per le millenarie tradizioni come quella della Moreška, la danza con le spade e da quella di Mljet (Meleda), con il suo Parco nazionale che pare sia il più vecchio parco marino del Mediterraneo.

Posa in opera dei pilastri del ponte di Sabbioncello

Il progetto fu avviato nel 2007 ma nel 2012 i lavori furono sospesi per motivi economici, per poi riprendere nel 2015 fino a luglio 2022, ma quei 2.404 metri di ponte faciliteranno di certo la vita della popolazione della penisola. In particolare per le emergenze sanitarie e il trasporto urgente in caso di necessitò dei residenti verso gli ospedali Dubrovnik General Hospital e Klinički bolnički centar Split (KBC Split), fino ad oggi possibili solo via mare o con elicottero.
Si è messa così fine a una discontinuità territoriale nata più di 300 anni fa dopo la cessione di parte di costa dell’allora Repubblica di Ragusa all’Impero ottomano (1699), che per raggiungere Sabbioncello imponeva l’attraversamento stradale della fascia costiera di Neum, unico sbocco a mare della Bosnia-Erzegovina, tra controlli di frontiera e lunghi rallentamenti.
Poi, in terra croata, si arrivava all’antica città romana Stagnum, oggi Stagno (Ston), distante circa 60 km da Ragusa (Dubrovnik), famosa per le sue saline ritenute le più antiche del Mediterraneo, ma principalmente per le fortificazioni realizzate a loro difesa e della città: la maestosa Muraglia di Ston (XIV-XVI sec.).

Vista panoramica di Ston con le saline

Con i suoi 5,5 km di mura che seguono l’orografia del terreno tra monte San Michele e il villaggio di Mali Ston (Stagno Piccolo), fortezze come Veliki Kastio, Pozvizd e Koruna, 41 torri tra quadrangolari e rotonde, 6 bastioni circolari e uno quadrangolare, è una delle principali opere d’ingegneria militare d’Europa. È seconda al mondo solo alla Muraglia cinese ed è nella lista dei siti candidati all’ingresso nel patrimonio Unesco World Heritage.

Però quella del 26 luglio non è stata una data storica solo per Sabbioncello e la Regione raguseo-narentana, ma per tutta la Repubblica di Croazia e per l’Europa e la notizia è stata accolta favorevolmente dalla popolazione, che aspettava da giugno questo momento. Già nella mattina, nonostante il caldo torrido, una folla crescente di abitanti si era assiepata presso il ponte e non ha atteso l’apertura ufficiale per fare una lunga passeggiata a piedi o in bicicletta fino ai primi piloni.

Vista notturna del ponte di Sabbioncello con la supercar Nevera elettrica (Ph: Igor Kralj)

Nella serata si è dato il via alla cerimonia ufficiale, ma la giornata era passata tra acrobazie aeree e sfilate di barche, musiche bandistiche e majorette, veterani della guerra di indipendenza della Croazia (1991-1995), mass media per documentare l’evento in diretta e fuochi d’artificio. Dulcis in fundo, l’arrivo della Nevera guidata dal pluricampione di rally, Niko Pulić, nativo di Dubrovnik. La Nevera è una velocissima Hypercar elettrica prodotta artigianalmente in tiratura limitata e a prezzi per molti proibitivi dalla Rimac Automobili di Velika Gorica, a sud di Zagabria.

Tra le autorità presenti alla cerimonia, il presidente della Repubblica di Croazia, Zoran Milanović, il primo ministro Andrej Plenković, il presidente del Sabor (il Parlamento Croato) Gordan Jandroković e, a rappresentare l’Ue, la vicepresidente della Commissione Europea Dubravka Šuica, già europarlamentare e prima sindaca donna di Dubrovnik (Ragusa) dal 2001 al 2009.

Vista notturna del ponte di Sabbioncello (Ph: Igor Kralj)

Alla mezzanotte si è dato il via al traffico automobilistico nelle due corsie interne per senso di marcia, con il limite di velocità di 90 km/h e un tempo di percorrenza stimato in 20 minuti. I veicoli di peso superiore alle 7,5 tonnellate passeranno ancora sulla costa adriatica seguendo il vecchio tracciato che attraversa il corridoio di Neum.
Con l’apertura del ponte si è completato in parte anche il tracciato dell’Autostrada adriatico-ionica, che dall’Italia, attraverso Slovenia, Croazia, BosniaErzegovina, Montenegro e Albania, arriverà fino in Grecia. Attualmente è in fase di completamento la strada nazionale (državna cesta) D 674, fondamentale per la funzionalità del ponte e del progetto generale, i cui lavori dovrebbero terminare entro la fine del 2022.
Trent’anni fa la Croazia contava su meno di 300 km di autostrade e superstrade, arrivati oggi a oltre 1.300, portando il Paese al quarto posto in Ue come numero di chilometri per milione di abitanti.

Vista del ponte di Sabbioncello dai vigneti della penisola

In campo turistico il ponte di Pelješac non ha solo rivoluzionato il profilo della baia di Mali Ston, ma è diventato ben presto una nuova attrattiva, tanto da credere che possa essere presentato come fiore all’occhiello della nuova offerta turistica croata verso l’estero. Ne sono convinti sia il direttore generale dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo Kristjan Staničić che la direttrice dell’ufficio di rappresentanza dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo in Italia Viviana Vukelic, che lo ritengono fondamentale per gli spostamenti in auto, con l’aumento dei flussi turistici in questa bella e storica parte della Croazia

A margine della notizia voglio fare una mia riflessione. Considerando tutta la storia del ponte, ritengo che sia stato un errore politico estromettere dalla realizzazione di quest’opera – considerata il più grande progetto infrastrutturale croato e tra le più importanti opere d’ingegneria d’Europa – le società specializzate presenti negli altri stati Ue. Se la costruzione del ponte di Sabbioncello fu una delle condizioni imposte dall’Ue per l’ingresso del Paese nell’area Schengen, l’opera fu anche cofinanziata con 357 milioni di euro a fondo perduto da parte della Commissione Europea su un totale di spesa di 526 milioni.
Avrei pensato a un diverso comportamento nelle scelte dei partner anche perché le ditte altamente specializzate del nostro continente non mancano. Ma, come se in Europa non avessimo le competenze adatte, l’opera progettata dall’architetto Marjan Pipenbaher della società slovena Ponting & Pipenbaher Consulting Engineers è stata appaltata invece in ogni sua parte a una ditta di stato cinese come la China Road and Bridge Corporation. Così sul ponte nelle oltre 6 milioni di ore di lavoro hanno operato per l’80% operai cinesi e solo per il 20% quelli croati.

Fasi della costruzione del ponte di Sabbioncello

Dopo essere diventato ventottesimo Stato membro Ue il primo luglio 2013, con l’ingresso della Repubblica di Croazia nell’area Schengen che avverrà ufficialmente il primo gennaio 2023, verrà adottata come moneta nazionale l’euro al posto della kuna (Hrvatska kuna), l’attuale valuta ufficiale che al cambio odierno equivale a circa 0,13 euro. La valuta croata, in circolazione dal 1939 al 1945, fu riutilizzata a partire dal 1994 dopo l’indipendenza dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Una curiosità: il termine kuna in croato significa pelle di martora, ed era la merce di scambio più usata nel commercio durante il medioevo.

Qualche dato sul ponte

Lunghezza totale 2.404 m; larghezza 23,60; altezza dall’acqua a sotto l’impalcato, 55 metri. Il canale di navigazione è di 200 metri per 55 di altezza. Si tratta di un ponte strallato, dove l’impalcato rimane sospeso grazie a una serie di cavi detti stralli, ancorati ai 6 piloni centrali di sostegno in cemento armato, con un’altezza variabile totale da ​​82,5 a 98 metri. In totale i piloni sono 12, di cui 10 parzialmente immersi in acqua. Per realizzarlo sono state impiegate 33,4 tonnellate di acciaio e 68mila di calcestruzzo armato. Ha 13 campate di cui 12 disposte a specchio e quella centrale di 285 metri è ancorata ai piloni più alti. È composto da 165 segmenti e il più lungo, di 56 metri e un peso di 820 tonnellate, è stato realizzato e assemblato direttamente in Cina. Per le fondazioni sono usati pali in acciaio del diametro di 2 metri e una lunghezza fino a 124 metri di profondità. La moderna tecnologia ortotropa usata per la sovrastruttura in acciaio (che possiede differenti proprietà elastiche nelle due direzioni ortogonali), il ponte può resistere a venti fino a 180 km/h e a terremoti di forte intensità.

Credits: le foto del ponte in costruzione e la vista dal vigneto sono prese dal sito della società Ponting & Pipenbaher Consulting Engineers che ha progettato l’opera. La foto di apertura è dell’Ente turistico della contea Dubrovnik-Neretva.

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