Pesca, Cites rallenta il commercio di pinne di squalo

12 Marzo 2013
Un tassello per lo sviluppo responsabile, una garanzia per l’ecosistema marino.
Durante la conferenza di Bangkok, i rappresentanti degli Stati membri della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione hanno inserito gli squali
nell’Appendice II. Questo permetterà controlli più accurati sugli esemplari pescati ed una maggiore regolamentare sul commercio, di carne e pinne. In dettaglio, la misura copre
tre specie: lo squalo Oceanico pinna bianca, lo squalo martello e lo squalo Smeriglio
A diffondere la notizia è il WWF, che non nasconde la soddisfazione, parlando di “Svolta per la conservazione delle specie marine”, e dimostrazione che “I governi sono a favore di
una pesca sostenibile e sono preoccupati per l’eccessivo sfruttamento degli squali per uso commerciale e delle specie marine in generale”.
Detto questo, la situazione rimane difficile.
La pesca intensiva e la modifica del habitat causa rapida diminuzione degli esemplare di squalo, con alcune zone che toccano quota 86% di perdita degli esemplari. Il rischio aumenta in Asia,
dove la zuppa di pinne è prelibatezza e simbolo di ricchezza, con una sola porzione che può toccare i 135 dollari, specie a Hong Kong.
Allora, il WWF chiede un cambio di mentalità, ricordando come tale piatto “E’ un lusso : si può vivere senza la zuppa di pinne”.
Matteo Clerici