No IMU per immobili della Chiesa secondo Achille Colombo Clerici

5 Novembre 2013
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Date: Tue, 5 Nov 2013 08:11:53
Subject: Immobili della Chiesa e IMU – Intervista al Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici sulla Rivista “Chiesa Oggi” n.102 di Baio Ed. Novembre 2013
L’INFINITA QUESTIONE DELL’ICI-IMU SUGLI IMMOBILI DELLA CHIESA
– Presidente Colombo Clerici, ci risiamo con l’antica querelle sulla Chiesa che non paga l’Ici/Imu.
« In merito alla questione dell’Ici sugli immobili della Chiesa sottoposti al giudizio della UE, stiamo parlando de minimis, rispetto all’entita’ del volume Ici/Imu: altro che miliardi di
gettito non riscosso!”.
Achille Colombo Clerici se ne intende perché presidente di Assoedilizia, la più antica associazione d’Italia che rappresenta i proprietari immobiliari; e perché è
stato, per molti anni, consulente per l’urbanistica e la fiscalità della Diocesi di Milano
– Si accusa il Vaticano di sottrarsi ad oneri pari a diversi miliardi di euro.
“Intanto occorre ribadire che lo stock immobiliare la cui proprieta’ puo’ farsi risalire agli enti ecclesiastici italiani puo’ essere stimato complessivamente ( includendo gli immobili di culto )
attorno all’1-1,5 % del totale e non certo al 20 %, come e’ stato riportato in alcuni servizi giornalistici.
Per esemplificare, le unita’ immobiliari in Italia son circa 60 Milioni ed il 20% vorrebbe dire 12 milioni di immobili. Una cifra, quella dei 12 milioni, che e’ palesemente spropositata.
Ce ne rendiamo conto o c’e’ bisogno di parole per spiegarlo ?
– Ragioniamo quindi sulla percentuale attendibile, 1-1,5% del totale degli immobili.
“Se consideriamo che, da un lato gli immobili destinati al culto ( che costituiscono la stragrande maggioranza ) sono fuori questione per riconoscimento stesso fattone dall’Europa, come pure gli
immobili destinati alle attivita’ religiose dirette ( monasteri, conventi ); e d’altro lato che gli immobili degli enti religiosi “messi a reddito” gia’ pagavano l’Ici ed ora hanno pagato l’Imu (
senza nemmeno beneficiare della esenzione per la prima casa da poco introdotta ) di che cosa stiamo parlando ?
– Soltanto la Chiesa godrebbe di particolari agevolazioni?
“Si tratta di una ristretta nicchia di situazioni che si inserisce nel piu’ ampio quadro degli immobili gestiti direttamente dal non profit ( oltre 40 mila enti in Italia ): associazioni ed enti
di assistenza, beneficenza, culturali, ludico-sportive, sanitarie, camere di commercio, sedi diplomatiche estere, immobili appartenenti alle altre confessioni religiose e cosi’ via”.
– In un welfare pubblico che sempre meno, in tutti i Paesi, è in grado di garantire risposte a chi domanda, l’intervento del sociale privato diventa insostituibile?
“Le rispondo con le parole del direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio, che così riprende sul suo quotidiano il mio intervento: Il mondo del non profit svolge un ruolo sussidiario
preziosissimo nel rendere servizi alla persona e nell’umanizzare attività che altrimenti – in questa fase di crisi e di arretramento del welfare statale – finirebbero integralmente su un
mercato non accessibile a tutti. Un mondo al quale contribuiscono in modo efficace e assai rilevante le attività di enti ecclesiastici e di altre realtà cattoliche, ma che non
è riducibile solo alla Chiesa e alla sua presenza sociale.
Se dobbiamo parlarne, parliamone pure. Ma dimentichiamoci i miliardi di gettito e comunque non facciamo passare il tema sotto la denominazione generica “di immobili della Chiesa”: si tratta di
ben altro. C’è un retaggio di vecchi tic polemici anticlericali che cercano di mettere in ombra una realtà complessa e importante quale l’azione svolta dalla Chiesa, in Italia e nel
mondo, a favore dei poveri. Non è un’opinione, è un fatto. Non esiste in Italia una sola norma “ad ecclesiam” in materia di trattamento fiscale agevolato di attività senza
fini di lucro, mentre quelle con fini di lucro, ovvero “commerciali”, sono tassate ed è giusto che lo siano”.
Redazione Newsfood.com