Medici Senza Frontiere: “Donate il latte in eccesso ai bisognosi”

8 Ottobre 2009
In Europa, i produttori di latte minacciano iniziative di protesta e manifestano gettando via milioni di litri della bevande. Ironicamente e tragicamente, nello stesso momento in Africa ed
Asia, milioni di persone, in primis bambini, sono in pericolo di vita per la carenza di latte.
Medici Senza Frontiere si rivolge così ai governi del Vecchio Mondo, chiedendo loro di approfittare del crollo del costo del latte (da 4000 a 1800 euro per tonnellata) per inserirlo nei
programmi di assistenza alimentare per gli under 2 anni. Ad oggi, MSF ritiene che tali programmi siano più adatti alla salute del bestiame che delle persone, in quanto ricchi di cereali,
poveri di proteine animali.
A tal proposito, gli esperti fanno notare che la mancanza di proteine (come quelle presenti nel latte) provoca nei bambini numerosi danni: debolezza del sistema immunitario, rallentamento della
crescita ed intelligenza inferiore.
Ecco il parere del dottor Stéphane Doyon, team leader dei progetti di assistenza nutrizionale di MSF: “Voglio essere chiaro, non stiamo dicendo di inviare l’eccesso di latte europeo
nelle zone più colpite dalla malnutrizione in Africa e in Asia, ma se i governi continueranno a fornire cibo che non contiene latte, dovremo protestare allo stesso modo dei produttori di
latte. I bambini che nascono in alcuni paesi poveri rischiano sempre più di non sopravvivere perché dipendono da rifornimenti alimentari che non comprendono latte”.
Medici Senza Frontiere evidenzia come gli aiuti alimentati siano legati ai prodotti in eccesso: di conseguenza, essi rappresentano più un surplus di produzione. Di conseguenza, oggi gli
aiuti alimentari sono composti da farina amalgamata senza nessuna proteina animale, come il latte, e senza nessun minerale essenziale o vitamina.
Detto questo, gli esperti fanno notare come la situazione stia cambiando. Da un lato, i Paesi ricchi iniziano a fornire denaro, invece che cibo, per permettere ai destinatari di scegliere in
base ai bisogni. Inoltre, il WFP (Word Food Programme, il programma di aiuti alimentari delle Nazioni Unite) si sta spostando verso nuove strategie che uniscono quantità a qualità
del cibo, in particolare per i bambini sotto i 2 anni;l’obiettivo ottimale è nutrire tali soggetti con alimenti comprati nei Paesi d’origine.
Il tentativo di migliorare la qualità del cibo diretto ai bambini è stato ostacolato dal costo implicito nell’aggiungere latte al tradizionale impasto. Da quando i fondi monetari
a disposizione del WFP per acquistare cibo sono diminuiti del 50%, l’organizzazione si sta confrontando con una battaglia finora persa per ottenere il denaro necessario a migliorare la
qualità degli aiuti alimentari diretti ai bambini.
Matteo Clerici