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L'Udeur torna all'attacco: “ad Annozero spettacolo indegno per la tv pubblica”

By Redazione

“Non sono rimasto affatto indifferente ai messaggi di solidarietà che da più parti, ad iniziare dalle più alte cariche istituzionali, mi sono giunti dopo l’ennesima lettera
di minaccia che, certo, potevo anche aspettarmi, ma che mi ha lasciato profondamente amareggiato”.

Con queste parole il ministro della giustizia ha ringraziato coloro che gli hanno espresso il proprio sostegno in seguito ai proiettili e alle lettere minatorie (ieri l’ultima), ma ha anche
aggiunto che è “necessario abbassare i toni della polemica e dello scontro perché la vita delle Istituzioni di questo paese possa continuare a rendere un servizio reale a tutti i
cittadini”: “Da parte mia – ha concluso Mastella – continuerò a lavorare con serenità, determinazione e trasparenza come Guardasigilli e come esponente politico della
maggioranza”.

Ma a riaprire le polemiche, in realtà, è stato oggi lo stesso ufficio politico dell’Udeur, che pare non aver gradito la puntata di giovedì della trasmissione di Annozero:
ospiti di Santoro, infatti, sono stati il pm ex titolare dell’inchiesta Why Not, De Magistris e il gip di Milano, Clementina Forleo.
“Solo nel periodo fascista e nell’era dei processi sommari stalinisti – si legge nella nota – ci sono stati giudici prigionieri delle loro ideologie. Lo spettacolo di ieri sera, indegno, per il
servizio pubblico radiotelevisivo, ha dimostrato, oltre alla ben nota faziosità dei Santoro e dei Travaglio, una arrogante e sprezzante considerazione dei due magistrati ormai diventati
vere star televisive nei confronti delle sagge parole del Capo dello Stato”.

E l’ufficio politico del Campanile non si ferma qui, aggiungendo che è “assai grave che magistrati, che conducono inchieste, si lascino andare a giudizi e sospetti, nel pieno della loro
attività investigativa, senza un minimo di contraddittorio da parte dei soggetti che rientrano nelle attività investigative stesse”.
L’Udeur ha concluso la nota tuonando che la giustizia che fa proseliti nelle piazze non è giustizia e che va contrastata con forza: “Una giustizia così, dove i testimoni dei
processi anziché parlare nei luoghi sacri dei palazzi di giustizia sono chiamati a parlare alle piazze, non è la nostra giustizia e la combatteremo con tutte le nostre forze
perchè sappiamo che questa non è la giustizia della stragrande maggioranza dei giudici italiani che fanno il loro dovere con dignità serenità e assai spesso con
difficoltà”.

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