Lotta agli junk food: l’OMS contro l’obesità infantile

24 Gennaio 2011
L’obesità infantile è una delle malattie più diffuse ed alla sua origine quasi sempre vi è il consumo scorretto dei cosiddetti junk food, alimenti ricchi di sale,
zucchero e grassi allora.
Così, per limitare la prima bisogna ridurre la quantità dei secondi destinata ai bambini.
E’ proprio l’opposizione decisa agli junk food è una delle misure-chiave della campagna OMS contro l’eccesso di peso dei minori.
Secondo i database medici, in tutto il mondo ci sono 43 milioni di bambini in età per-scolare obesi ed in sovrappeso. E l’eccesso di peso può essere solo l’inizio dei problemi:
l’alimentazione sbagliata agisce da detonatore per e quattro principali patologie croniche (tumori, diabete, malattie cardiovascolari e malattie polmonari croniche), che ogni anno uccidono 35
milioni di persone,
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha programmato una strategia in diversi punti.
Ad esempio, la regolamentazione della pubblicità. I piccoli sono particolarmente sensibili alle lusinghe degli spot, che possono così influenzare in un senso o nell’altro le loro
preferenze alimentari. Per questo a maggio 2010 gli Stati OMS hanno accettato una serie di auto-regolamentazioni legate agli alimenti ed bevande alcoliche per i bambini. Le norme si basano
sull’azione politica (nazionale e sovranazionale) e spingono le aziende a ridurre il più possibile il tempo di esposizione dei bambini a spot su merendine, dolcetti ed affini.
Tale proposta ha suscitato l’approvazione del dottor Ala Alwan, che è Vice Direttore Generale per le malattie non trasmissibili e la salute mentale.
Alwan ricorda infatti come Le malattie non trasmissibili, come le malattie cardiovascolari, i tumori e il diabete, rappresentano oggi una minaccia importante per la salute umana e sviluppo
socioeconomico. L’attuazione di queste raccomandazioni dovrebbe essere parte di ampi sforzi per prevenire una cattiva alimentazione, che è un fattore di rischio importante per diverse
malattie croniche”.
A rafforzare l’autoregolamentazione, la capacità dell’OMS di inserire nel sistema di controllo i fuoriclasse del mercato alimentare. I suoi funzionari sono infatti riusciti a coinvolgere
nomi comeCoca-Cola, Messico Grupo Bimbo, General Mills, Kellogg, Kraft, McDonald’s, Mars, Nestlé, PepsiCo, Unilever e la Federazione Mondiale di inserzionisti. Ed i big si sono impegnati
a sottostare al codice di condotta, in particolare non commercializzare junk food per bambini al di sotto de
Nelle intenzioni dei vertici dell’Organizzazione, l’autoregolamentazione dei privati sarà sostenuta dall’azione del pubblico. E’ infatti prevista per il 19-20 settembre 2011 a New York,
la prima riunione ad alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili. Nelle discussioni, particolare spazio
verrà dato alla situazione degli Stati in via di sviluppo.
Ciò detto, la strategia OMS non è priva di punti deboli. Uno degli studiosi coinvolti, il dottor Timothy Armstrong, porta alla luce le zone grige: “Ci sono alcuni mercati in cui
forse le multinazionali non stanno adottando queste politiche, come astenersi dal pubblicizzare i loro prodotti ai bambini”.
Secondo il medico, alcune delle società in apparenza virtuose non stanno rispettando le regole, smerciando alimenti vietati in ampie fette di mercato. E le società riottose fanno
il paio con gli Stati meno convinti USA, Messico e Svizzera: i loro governi non sono per nulla entusiasti della lotta agli junk food, e la loro titubanza influenzerebbe le multinazionali con
sede nel loro territorio. Perciò l’incontro di Settembre previsto New York si annuncia fondamentale.
FONTE: “Reducing the marketing of unhealthy foods to children”, WHO, 21/01/011
Matteo Clerici
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