L’origine dei prodotti in etichetta è (di nuovo) legge, ovvero, perseverare è diabolico

20 Febbraio 2011
Questa rubrica ha cominciato ad occuparsi dei tentativi di rendere obbligatoria l’indicazione d’origine in etichetta ben quattro anni or sono, con un articolo dal titolo Cronaca di una morte annunciata (vedi Note Finali), nel quale venivano narrate le peripezie del decreto legge n. 157 del 24 giugno 2004 (Disposizioni urgenti per l’etichettatura di alcuni prodotti agroalimentari, nonché in materia di agricoltura e pesca), poi convertito nella legge 204/04. La cosa, dopo una serie di circolari esplicative e di note della Commissione europea, finì in nulla.
Adesso ci si riprova, ma solo i prossimi mesi ci diranno se qualcosa cambierà.
Personalmente abbiamo più volte espresso la nostra opinione circa l’efficacia di queste iniziative: in sintesi, l’origine dell’ingrediente o del prodotto poco o nulla ha a che fare con la sicurezza e la qualità (intesa come insieme delle caratteristiche attese dal consumatore).
Rimandiamo le eventuali riflessioni sui singoli punti a quando (se mai lo saranno) verranno pubblicati i decreti interministeriali di applicazione.
Al momento ci limitiamo ad alcune considerazioni:
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comunque vada, le disposizioni della legge non ricadranno sui prodotti di importazione;
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nessuna etichetta riporterà mai la presenza di OGM (legge o non legge) e le ragioni sono sin troppo ovvie;
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le frodi continueranno (le leggi non servono a nulla senza controlli);
E dunque, per il momento, aspettiamo.
NOTE FINALI, per approfondire:
Etichettatura: Cronaca di una morte annunciata
Origine degli alimenti in etichetta, rintracciabilità, sicurezza
dei consumatori
DDL etichettatura: il circo Barnum dell’agricoltura italiana
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Dott. Alfredo Clerici
Tecnologo Alimentare
Newsfood.com