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L'intervento del presidente regionale al Congresso Toscano di Legambiente

By Redazione

Toscana, 24 Novembre 2007 – “La Regione condivide l’esigenza di varare norme più rigorose sul governo del territorio, così come hanno fatto il primo ministro inglese, Toni
Blair e il cancelliere tedesco Angela Merkel o come si appresta a fare il leader spagnolo Zapatero.

E’ il momento di sollecitare – istituzioni e associazioni ambientaliste insieme – Parlamento e Governo italiano a fare altrettanto, approvando una legge nazionale sul governo del territorio
altrettanto attenta e rigorosa”.

Questo il passaggio più significativo dell’intervento svolto stamani al Congresso regionale di Legambiente che si tiene oggi e domani ad Empoli, dal presidente della Regione Toscana,
Claudio Martini, rispondendo alla proposta contenuta nella relazione svolta da Piero Baronti.
“Già dentro i nostri strumenti – ha aggiunto il presidente toscano – la legge regionale 5 e poi la 1, il Pit e i vari regolamenti attuativi, ci sono tutte le condizioni perché si
utilizzi il territorio già urbanizzato e si risparmi quello ancora libero. Comprendo l’esigenza di Legambiente di fare sempre nuovi passi avanti. E’ anche il nostro obiettivo e ritengo
che questa proposta trovi la sua giusta cornice dentro una legge nazionale, non a caso in Parlamento sono già state presentate proposte su questo tema e lo stesso Governo è
impegnato a definire una norma nazionale sul governo del territorio, che potrebbe recepire – come è stato fatto in Germania e in Gran Bretagna e come probabilmente si farà in
Spagna – regole e vincoli più avanzati per la protezione del territorio”.
Secondo Martini non esiste uno specifico caso Toscana. I dati dicono infatti (analisi Irpet con metodo CE Corine presentati agli Stati generali della sostenibilità) che oggi nella
regione siamo ad una occupazione del suolo per urbanizzazione pari al 4,1% del territorio, una delle più basse in Italia (la Lombardia è al 10,4%, il Veneto al 7,6 e l’Emilia
Romagna al 11,2). E le stime parlano di un’estensione, tra 50 anni, fino al 6,5 per cento.
“Si tratta dunque – secondo il presidente Martini – di sviluppare un’iniziativa comune, di istituzioni e movimento ambientalista, per sollecitare Parlamento e Governo ad affrontare seriamente
questa questione. Qualora non si procedesse lungo questa strada potremmo valutare la necessità di dare ancora più forza a scelte già presenti nei nostri strumenti
urbanistici”.

Claudio Martini ha concluso il suo intervento facendo un riferimento alle diverse culture ambientaliste presenti anche in Toscana.
“C’è una tendenza – ha spiegato – conservativa e immobilista e un’altra favorevole alle trasformazioni, purché sostenibili. La mia opinione è che la Toscana ha bisogno non
di un “non-sviluppo”, ma di un ambientalismo che faccia fare passi in avanti ad una crescita di qualità. Anche le iniziative più innovative e sostenibili, penso all’incremento
delle energie rinnovabili, alla mobilità su treno e tramvia o ad un turismo più distribuito sul territorio richiedono interventi e un uso, anche se minimo, del territorio. Noi
vogliamo lavorare su questa strada”.

Remo Fattorini

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