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Liguria: Il Basilico dop entra a pieno titolo nella ristorazione

Liguria: Il Basilico dop entra a pieno titolo nella ristorazione

By Redazione

Genova – Promuovere la diffusione del basilico genovese Dop nelle ricette tradizionali dei ristoratori e degli operatori gastronomici che operano sul territorio ligure. E’ l’obiettivo del
patto di filiera tra il Consorzio di Tutela del Basilico Genovese Dop e i titolari di alcuni esercizi della regione che, in cambio di pubblicità e visibilità, si impegnano ad
utilizzare esclusivamente basilico Dop, riconoscibile dall’etichettatura, per tutte le preparazioni che prevedono la presenza del basilico tra gli
ingredienti.            

L’iniziativa, presentata in occasione di un incontro promozionale che si è tenuto questa mattina presso la Sala della Borsa della Camera di Commercio di Genova, mira a promuovere la
conoscenza del prodotto certificato e la capacità di riconoscerne la qualità tra i consumatori e contestualmente a valorizzare gli esercizi che aderiscono al patto di filiera con
l’inserimento nell’apposito Elenco degli Operatori autorizzati e la consegna di materiali promozionali da apporre all’interno dei locali.   

Nel 2009 in Liguria sono stati prodotti 20.522 quintali di basilico genovese Dop e oltre 42 milioni di piantine per il mercato fresco su una superficie complessiva, tra serre e campi, di 844.510
metri quadrati. “Il basilico genovese Dop – spiega il presidente del Consorzio Mario Anfossi – è tutelato da un regolamento molto preciso, che garantisce al consumatore la provenienza
certa del prodotto. A caratterizzare il basilico genovese Dop, che viene coltivato solo sul versante tirrenico della Liguria, la forma della foglia, la porosità della superficie della
foglia ma anche il colore ed il profumo”.  

“In questo caso – prosegue Anfossi – ci rivolgiamo soprattutto ai ristoratori perché sono un importante veicolo per diffondere la conoscenza di questo prodotto. Molto spesso il basilico
che si compra non viene dalla Liguria ma da Paesi esteri come Israele e la Tunisia, e ci auguriamo che, anche grazie ai ristoratori aderenti al patto, il consumatore sarà invogliato a
chiedere al verduriere la vera origine del prodotto”.

Ansa.it per NEWSFOOD.com

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