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Le firme per il referendum elettorale superano “abbondantemente” il quorum

By Redazione

Il presidente dell’Ufficio per il referendum della Cassazione, Corrado Carnevale, ha reso noto che le 500 mila firme raccolte per il referendum elettorale hanno superato “abbondantemente” il
quorum e che, pertanto, “i quesiti sono stati dichiarati legittimi”.

Adesso la palla passa alla Corte Costituzionale, che entro la metà di gennaio dovrebbe pronunciarsi sull’ammissibilità del referendum.
Carnevale, comunque, nel corso di un’intervista al quotidiano L’Opinione ha dichiarato: “Farei fatica a capire a cosa ci si possa aggrappare per dichiararli incostituzionali”.
“L’unica cosa su cui abbiamo eccepito – ha spiegato Carnevale – era la mancanza di chiarezza sulle norme che si volevano abrogare e abbiamo imposto che siano riportate per intero sulla scheda
elettorale anche se poi quest’ultima diventerà una ‘lenzuolata’”.
I cittadini, dunque, dovrebbero rispondere a 3 domande, di cui 2 inerenti al concetto di coalizione ed una che impedisce ad un candidato di presentarsi in più circoscrizioni.

“Salvo sorprese politiche in Italia, sempre possibili quando c’e’ di mezzo la Corte Costituzionale – ha commentato Carnevale – credo proprio che i quesiti vadano dichiarati ammissibili”.
Ed è stato lo stesso giudice a chiarire cosa intende per “sorprese politiche possibili” da parte della Corte Costituzionale, spiegando che “tutti sanno cosa è diventata”: “O
meglio in cosa si è trasformata con la contiguità di alcuni suoi membri al potere politico – ha scandito Carnevale – tutti ricordano quello che è successo con il referendum
sulla smilitarizzazione della Guardia di finanza e con Scalfaro e tutti hanno letto sul Corriere della sera questa storia delle cene..”.
Dimitri Buffa, il giornalista de L’Opinione che ha intervistato il giudice della Cassazione, ha incalzato: “Una costituzionale all’amatriciana dunque?”.
“In Italia – ha risposto Carnevale – c’è da temere questo. Certi giudici, anche costituzionali, frequentano troppi salotti e amano troppo la buona tavola, così poi nascono i
problemi istituzionali non solo quelli di colesterolo o di linea”.

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