La ola mondiale della tagliatella diffonderà solo taroccamenti e confusioni

14 Gennaio 2010
Gianluigi Veronesi:
La ola della tagliatella diffonderà solo taroccamenti e confusioni. Più grande sarà il successo mediatico, più grande sarà il danno arrecato a Bologna ed alle
sue vere tagliatelle.
Il vero ragù bolognese non si fa più neanche a Bologna, perché nascondiamo queste verità?
Chi ormai va più in macelleria a chiedere la “cartella di vitellone di razza romagnola”?
Chi “la pancetta stesa di gran suino padano dop” ?
Nella città dove la ristorazione sembra essere la migliore del mondo si fa finta di non sapere che il vero ragù tradizionale di Bologna dà origine a
piatti ipercalorici che devono essere mangiati con parsimonia.
Nè i ristoranti, tanto meno le casalinghe, rispettano la vera ricetta e usano il vero ingrediente secondo i crismi… esattamente come avverrà in tutto il Mondo il 17 gennaio, dove
con un tentativo commercial-circense di questi giorni si cercherà di raccontare, coinvolgendo nella maxi bufala anche ignari ristoratori sparpagliati ovunque, una favola meravigliosa
legata alla tagliatella al vero ragù di Bologna.
A convincere gran parte delle istituzioni bolognesi e a mettere a segno il colpaccio folgorante é stata un’agenzia pubblicitaria Australiana che di storia delle tagliatelle
e ragù vero di bologna probabilmente ne sa ben poco.
Soprattutto molto poco ha compreso dei rischi connessi alla spregiudicata iniziativa ordita insieme ad un pugno di chef stranieri, tutti impegnati a catalizzare contributi e fondi pubblici del
Mipaaf, e di tante altre aziende ed istituzioni, al fine di realizzare iniziative per la promozione dei prodotti italiani e del buon mangiare italiano all’estero.
Lo avranno anche fatto forse con l’edizione dedicata al “risotto allo zafferano” o con quella enfatizzante gli “spaghetti alla carbonara”, ma la tagliatella con vero ragù bolognese
è un altra faccenda!
E’ il solito copione conseguente all’incalzare dell’enogastro…mania dove l’unica cosa che conta é lo show.
Nessun imprenditore bolognese però ha dato il proprio supporto e sostegno a questa iniziativa: la lungimiranza dei bravi imprenditori e artigiani emiliano – romagnoli rimane quindi un
baluardo di fronte a queste iniziative che nulla di buono porteranno alla città petroniana se non gettare benzina sul fuoco delle confusioni e dei fraintendimenti che avvalorano
taroccature ovunque.
Questa iniziativa porterà ad un oggettivo riscontro: chiunque, leggendo la ricetta autentica del ragù di Bologna, si sentirà autorizzato ad utilizzare la carne bovina o suina
che più gli aggrada.
Quindi in tanti ristoranti si proporrà il ragù fatto con bovino Wagyu Giapponese o Yak tibetano e pancetta stesa di suino nero cinese!
E, se va bene, pezzi di lardello suino di maialino vietnamita o suino mangalitza rumeno?
Come saranno le tagliatelle gustate con un ragù dove al gran suino padano sostituiranno il “verro Nathusius turco” e al vitellone romagnolo una delle tante razze zebuine come ad esempio l’
Azawark africana o lo Zebù Tuli che quando le mastichi sembrano ricordare un intreccio di fili spinati?
Lasciamo al lettore la meditazione e mentre i nostri mercati sono invasi dal formaggio “Gran Moravia” , imitazione perfetta del Parmigiano e del Grana Padano che costa la metà, noi
facciamo i tele collegamenti per spingere il mondo a taroccare sempre di più le nostre tagliatelle creando eventi privi di fondamento.
A Bologna l’Università vanta un medievalista di notevole spessore, il prof. Montanari, ma anche storici della gastronomia e nutrizionisti appassionati e disponibili: nessuno li ha nemmeno
interpellati con una telefonata, lo scempio ormai é in scena, lo scandalo di pornografia enogastronomica non può fermarsi.
L’importante è che “the show must go on” !! e la città non sa nè difendersi nè promuoversi.
Gianluigi Veronesi
Degusta/ Newsfood.com
PS: Chissà cosa ne pensa il Ministro Zaia?