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La Commissione Europea denuncia l’università italiana

La Commissione Europea denuncia l’università italiana

By Redazione

Una clamorosa denuncia alla Commissione Europea contro lo Stato italiano è partita oggi dal Codacons, con la richiesta di avviare una procedura di infrazione contro il nostro paese per
mancata attuazione delle direttive europee che impongono di dare una adeguata remunerazione a migliaia di laureati che frequentano le scuole di specializzazione di medicina.

Pronti a partire anche una serie di esposti in Procura da parte dei giovani con laurea diversa da medicina, (come in biologia, in biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche, in farmacia e
farmacia industriale, in chimica, e i laureati quadriennali del vecchio ordinamento nelle lauree di scienze biologiche, farmacia, chimica, chimica e tecnologia farmaceutica, medicina veterinaria,
scienza della nutrizione umana, scienze e tecnologie agrarie , scienze e tecnologie agro alimentari, scienze e tecnologie agrozootecniche, medicina veterinaria, veterinaria, agraria), che dal
2008 possono frequentare le specializzazioni in medicina e sono costretti a lavorare a tempo pieno nelle università e negli ospedali universitari senza prendere un solo euro!

La denuncia – spiega il Codacons – presentata in tutti gli uffici dell’ispettorato del lavoro dove hanno sede gli atenei per il reato di evasione contributiva, è a carico dei rettori che
rischiano così una severa condanna penale.  

Come è noto, infatti, gli specializzandi non medici, pur essendo assoggettati allo stesso identico regime di obblighi e doveri degli specializzandi medici, non ricevono alcuna
remunerazione, né tanto meno alcuna copertura previdenziale, diversamente dagli specializzandi medici.

Mentre già centinaia di specializzandi hanno scaricato i moduli dell’esposto da inviare alla Commissione Europea e all’ispettorato del lavoro, inviando una mail a
specializzandinonmedici@codacons.it, il Codacons organizza una mega azione collettiva in Tribunale e chiede che lo Stato italiano sia condannato a erogare 25.000 euro l’anno per ciascun anno di
durata della singola scuola di specializzazione, oltre al versamento dei contributi previdenziali, per un totale di circa 2 miliardi di euro.

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