FREE REAL TIME DAILY NEWS

Influenza A: lavarsi le mani non serve

Influenza A: lavarsi le mani non serve

By Redazione

Molti, sia in America che in Italia, sostengono che lavarsi le mani sia un metodo di prevenzione semplice ma efficace contro il virus H1N1. Dal presidente Obama alla Dinsney, dal medico di
famiglia al Ministero della Salute il messaggio è lo stesso: lavarsi le mani combatte l’influenza A.

Ora, su Newsweek due scienziati si schierano contro tale misura, e fanno scoppiare la polemica.

Il primo degli eretici è il dottor Arthur Reingold, epidemiologo dell’University of California di Berkeley e condirettore del California Emerging Infections Program, che afferma: “Gli
umani tendono a essere contagiati dai virus influenzali respirando microscopiche goccioline emesse col fiato dalle persone infette” quindi il pericolo è ciò che arriva dall’aria
non ciò che si deposita sulle mani.

Ancora più esplicito il collega, dottor Michael Osterholm del Minnesota Center of Excellence for Influenza Research and Surveillance. “Studi su animali di laboratorio ci dicono che la
trasmissione del virus H1N1 è aerea, perché il contagio non avviene da gabbie infette. Non vogliamo creare allarme sociale, ma dobbiamo essere onesti: la pulizia delle mani come
misura profilattica rischia di non essere efficace”, spiega lo studioso.

Com’era prevedibili non tutti gli addetti ai lavori hanno preso tale tesi a sangue freddo.

Tra i sostenitori dell’ortodossia medica più convinti il dottor Tom Jefferson, epidemiologo della Cochrane Collaboration. Il dottor Jefferson non ha certo peli sulla lingua: “Né
Reingold né Osterholm evidentemente leggono revisioni Cochrane. Se lo facessero saprebbero che ciò che dicono non è supportato da prove scientifiche. Inoltre non vi
è bisogno di fare esperimenti su animali in quanto quelli sugli esseri umani danno risultati univoci. La distinzione che questi due sofisti fanno fra sindrome influenzale, influenza e
raffreddore (common cold) è per un medico che vede centinaia di pazienti al giorno incomprensbile in quanto gli stessi agenti sono implicati nelle tre forme, che sono clinicamente
indistinguibili e rappresentano solo una scala di gravità. Sta per uscire sul British Medical Journal l’aggiornamento delle Revisione Cochrane già pubblicata nel 2007. I lettori
potranno giudicare la validità delle affermazioni di Reingold e Osterholm. Sono d’accordo con le affermazioni e la politica dei CDC (sostenitori del lavaggio delle mani) che sono etiche
e basate sulle migliori evidenze disponibili”.

Matteo Clerici

VISITA LO SHOP ONLINE DI NEWSFOOD