In difesa del Made in Italy di qualità, il vitigno Prosecco diventa Glera

10 Marzo 2009
E’ stato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ad inaugurare domenica a Valdobbiadene, in provincia di Treviso, la nota Fiera di San Gregorio. Nel cuore della
patria del famoso Prosecco il Ministro ha annunciato che il vitigno cambierà nome: da Prosecco a “Glera”, antico appellativo, per fermare le imitazioni di uno dei prodotti del made in
Italy enologico più conosciuti al mondo. Si tratta di un provvedimento “anti-plagio” che va a fare chiarezza tra il nome del vitigno e quello del vino. Se in tutto il mondo si
potrà piantare “Glera”, solo i produttori del Disciplinare potranno chiamare il vino da loro prodotto Prosecco, rafforzando in questo modo il marchio con una sorta di “brevetto”.
La produzione di vino Prosecco Doc e Igt interessa attualmente oltre 10.000 aziende viticole, su una superficie di 16.000 ettari, per oltre il 90% concentrati in provincia di Treviso.
La produzione di questo vino è di 150 milioni di bottiglie per un valore al consumo superiore ai 650 milioni di euro.
“Separando il nome della vite da quello del vino, ha affermato Zaia, eviteremo che i cinesi possano continuare a fregiarsi del nostro pregiato marchio, che resterà appannaggio solo di
chi osserva il disciplinare”. Quella annunciata domenica a Valdobbiadene è un’altra mossa verso la riserva del nome Prosecco. “Il 14 marzo ci sarà un’audizione in Camera di
commercio a Treviso durante la quale verrà formalizzata la richiesta sulla riserva del nome grazie alla quale, ha continuato Zaia, il marchio Prosecco sarà ad uso esclusivo dei
produttori veneti e friulani, con una deroga per chi, piemontesi in primis, lo imbottiglia da almeno vent’anni. Bisogna muoversi con cautela nei confronti di leggi e regolamenti, ha concluso il
Ministro, per non compiere errori ed evitare ricorsi, che potrebbero allungare i tempi a dismisura”.
Mirco Battistella