Il mercato della Grappa italiana si espande all’estero

19 Ottobre 2009
Roma – Arriva il freddo e per molti la grappa, magari davanti al caminetto, è quello che ci vuole per corroborare stomaco e spirito. La pensano così tanti italiani che
consumano 40 milioni di bottiglie dell’acquavite di bandiera che muove un fatturato di circa 600 milioni di euro. E cominciano ad apprezzare questo distillato tutto italiano anche all’estero,
dove la grappa ha mostrato nel 2008 un positivo aumento dei volumi (1,5%), con buone performance in Germania e crescita della domanda Usa, anche se i numeri in assoluto sono esigui (3 milioni di
litri), secondo dati forniti dal presidente dell’Istituto nazionale Grappa Cesare Mazzetti.
Ma è il mercato nazionale a mettere in apprensione le 136 distillerie, perlopiù piccole aziende artigianali a conduzione familiari, presenti in tutto il territorio, dal Trentino
alla Sicilia. “Per paura dell’etilometro e per talune sensibilità salutistiche, nell’ultimo anno il consumo di grappa nei bar e al ristorante è crollato del 40%, facendo sparire la
‘correzione’ a favore però di richieste di grappe nobili da monovitigni” ha detto Mazzetti.
Il presidente dell’istituto nazionale tuttavia sottolinea come “il consumo si sia spostato tra le mura domestiche, contenendo la flessione a un -2,5% e qualificando la Gdo quale il maggior canale
distributivo dell’acquavite di bandiera. A favorire la sostanziale tenuta di mercato è, oltre al forte radicamento della tradizione di consumo, la politica di stabilità dei prezzi
scelta dai produttori di qualità, peraltro favoriti dall’Ocm vino che fa pagare meno le vinacce, con un’accise stabile. Dopo una partenza del 2009 piuttosto lenta, con scarsi segnali di
fiducia da parte degli operatori che si sentono ulteriormente oppressi dalle campagne di sensibilizzazione e repressione del consumo degli alcolici, l’arrivo della stagione fredda registra
segnali di ripresa, con novità a livello internazionale dove a San Francisco, presso l’hotel Intercontinental, è stato inaugurato un bar glamour dal nome ‘Grappa’, prodotto Made in
Italy che ricopre le pareti nelle sue 200 tipologie diverse, varietà che rende unico questo distillato rispetto ai concorrenti diretti: cognac e whisky. Un segnale incoraggiante – commenta
Mazzetti – in vista del Natale quando si concentrano le vendite di un prodotto che va forte come strenna e come regalo di prestigio, pur avendo prezzi che oscillano dai 12 euro fino ai 60-70 euro
al litro per le produzione di fascia top. Ma servirebbe – auspica – favorire la cultura del guidatore designatò, già in voga all’estero”.
L’identikit del consumatore di grappa è cambiato nel tempo, secondo il presidente dell’Istituto di Tutela della Grappa Trentina Beppe Bertagnolli. Non solo uomini. Ma anche donne, e sempre
di più negli ultimi anni che prediligono gusti morbidi, tipo grappa di moscato.
E giovani che cominciano ad apprezzare i distillati di qualità quali le grappe. Tra i motivi principali che spingono a bere grappa il gusto morbido di questo prodotto, ma anche il
retrogusto persistente di quelle più invecchiate. Secondo un’indagine di mercato compiuta da Talos-Am per conto dell’Istituto della Grappa Trentina oggi la grappa viene scelta, non
più solo come digestivo o ammazza-caffé, ma anche per accompagnare conversazioni dopo cena o nei locali di tendenza e non necessariamente nei periodi invernali.
Alessandra Moneti – Ansa.it per NEWSFOOD.com